Crisi Pdl, la Svp: "Non saremola stampella del governo"

«Non saremo la stampella del governo» dice Karl Zeller. «Dal Pdl ci hanno fatto della avances, seppur in modo garbato, ma noi siamo fuori dai blocchi», sottolinea il deputato Brugger. La Stella alpina guarda con interesse a quanto si muove nel pianeta di centro



BOLZANO. «Non saremo la stampella del governo». Così l’onorevole Karl Zeller della Stella alpina. In questi tempi di compravendita tra i parlamentari dopo la rottura tra Berlusconi e Fini, la Svp tiene i piedi per terra. «Dal Pdl ci hanno fatto della avances, seppur in modo garbato, ma noi siamo fuori dai blocchi», sottolinea il deputato Brugger. Per Zeller «se nascesse un governo di larghe intese per mettere mano all’attuale legge elettorale, la Svp potrebbe anche pensare all’appoggio», ma è il deputato Svp a non credere che «l’esecutivo Berlusconi possa saltare subito», perché «verrà prima una fase di logoramento». La Stella alpina guarda con interesse a quanto si muove nel pianeta di centro, tra Udc e l’Api di Rutelli e Dellai.
I parlamentari pensavano di andare in vacanza già con la fine di luglio. Invece, la settimana che inizia oggi vedrà l’apertura di Montecitorio ancora per qualche giorno. Questa mattina Siegfried Brugger volerà a Roma. In calendario una riunione dei capigruppo sulla richiesta di portare in aula la mozione di sfiducia al sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo (Pdl). Sul caso potrebbe aprirsi la prima frattura parlamentare tra il governo Berlusconi e i finiani di «Futuro e libertà». Ma la Stella alpina su questo versante non ci sente. «Non vogliamo essere gettati nella mischia, perché in questo caso il Pd vuole soltanto tentare i finiani a mettere in minoranza la maggioranza, quindi mi appare piuttosto strumentale la richiesta di mettere l’argomento all’ordine del giorno», spiega Siegfried Brugger. Insomma la Stella alpina vuole evitare di finire nel tritacarne della lotta tra opposizione e maggioranza. Ma qualche puntino sulle «i» vuole pur metterlo. «Oggi, (ieri, ndr) mi sono sentito con il collega Zeller per concertare una linea comune e continueremo a tenerci la mani libere, con una posizione fuori dai blocchi come abbiamo fatto in questo scorcio di legislatura, votando a volte a favore a volte contro i provvedimenti di Palazzo Chigi», sottolinea Brugger. Quest’ultimo afferma che «esponenti del Pdl alla Camera hanno fatto delle garbate avances ai deputati del partito di raccolta» per sondare come intendano muoversi nei prossimi mesi, dato il rischio per il governo di finire sotto nelle votazioni. Soprattutto a Montecitorio. «La risposta è stata che non possono fare affidamente su di noi, perché la nostra linea continuerà ad essere blockfrei», dice Brugger. Ancora più chiaro il suo collega Karl Zeller: «Non saremo la stampella del governo Berlusconi». Per Zeller i tempi non sono però maturi per un naufragio dell’attuale compagine governativa. «Credo che ci sarà prima una fase di logoramento, perché a Fini non conviene andare subito ad elezioni anticipate. Poi si vedrà, per noi potrebbero andare bene le larghe intese se servissero a cambiare l’attuale legge elettorale, magari con il ritorno ai collegi uninominali», sottolinea Zeller. Il deputato Svp guarda con favore a quanto accade nel cosìddetto «terzo polo» centrista, da Casini all’Api. «Ma avranno possibilità solo cambiando la legge elettorale», chiude Zeller.

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