Dal 2 luglio saranno gli ospedali a distribuire i farmaci ai pazienti

Luca Armanaschi (Asl): «I malati risparmiano tempo e spostamenti. Noi denaro e rimborsi» Stephan Peer (Federfarma): «Stupisce che in tempo di crisi si creino delle doppie strutture»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. L’Asl annuncia che dal 2 luglio gli ospedali di Bolzano, Merano, Bressanone e Brunico distribuiranno determinati farmaci direttamente ai pazienti che non dovranno più passare in farmacia. Luca Armanaschi, referente aziendale la pianificazione clinico-sanitaria, spiega che il nuovo servizio concretizza un accordo firmato tra Asl, farmacie comunali e l'associazione dei titolari delle farmacie (Federfarma). Tale accordo garantirà notevoli vantaggi agli utenti.

Di parere opposto Stephan Peer, di Federfarma Bolzano (firmataria dell’accordo), che si vede scippare i pazienti: «La distribuzione diretta dei farmaci non è un progresso». Nel concreto cosa cambia? Armanaschi precisa che i pazienti affetti da una determinata malattia cronica (trapiantati, oncologici, con malattie reumatiche ed ematologiche, pazienti con sclerosi multipla e malati di Alzheimer, pazienti con malattie infettive ed epatiti, pazienti nefropatici, in trattamento presso i Centri di salute mentale, pazienti con disassuefazione da oppiacei) riceveranno, a conclusione della visita ambulatoriale, i farmaci per la copertura fino ad un massimo di 60 giorni». Insomma non dovranno più comperarli in farmacia.

"La distribuzione diretta dei medicinali aumenta la qualità e continuità assistenziale per i pazienti, inoltre non comporterà alcun costo aggiuntivo per l’Asl, anzi, ci farà risparmiare due volte, visto che li acquisteremo a prezzi decisamente e nettamente più convenienti e pagheremo meno rimborsi alle farmacie».

Quale sarà il nuovo iter da seguire? «Il medico ospedaliero prescriverà, nel corso di una visita ambulatoriale o all’atto della dimissione dal ricovero, i farmaci necessari per il paziente. Qualora tali farmaci siano presenti presso i punti di distribuzione farmaci dell’ospedale, il paziente potrà ritirarli sul posto, pagando eventualmente il ticket, se dovuto, presso le casse. Per tutti i medicinali non disponibili presso i punti di distribuzione il paziente riceverà, come avvenuto fino ad ora, una ricetta rossa o una “prescrizione bianca”, con la quale potrà ritirare i farmaci presso le farmacie del territorio».

Secondo Stefan Peer questa novità solleva però molte perplessità. «Chi si attende grandi benefici dalla nuova regolamentazione rischia di rimanere deluso per due motivi: la distribuzione diretta è circoscritta a determinate categorie di farmaci e di pazienti ed inoltre anche in ospedale si dovrà comunque pagare il ticket».

Secondo il farmacista Peer ad alimentare le perplessità suscitate dai nuovi punti di distribuzione si aggiunge un’ulteriore considerazione: «Stupisce che in tempi di crisi e di tagli alle spese si creino strutture nuove, quando le farmacie già esistenti sul territorio offrono lo stesso servizio con piena soddisfazione dell’utenza, ma con strutture e addetti che non gravano minimamente sulle casse pubbliche».

Federfarma rileva infine come il servizio sia disponibile in soli quattro centri: «Molti pazienti dovranno perciò fare più strada, magari anche più volte, per procurarsi i farmaci di cui hanno bisogno. Inoltre, anche gli orari di apertura saranno limitati». Armanaschi controbatte: «Questo servizio è previsto a livello nazionale da una legge del 2001 ed è attivo da un anno anche nelle altre realtà regionali. Non sono previsti aggravi di oneri per i pazienti, ma solo vantaggi di tipo logistico-organizzativo. Il paziente non dovrà fare più strada, al contrario riceverà i farmaci in ospedale. Vedo luci, nessun’ombra».

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