Dal primo gennaio calano le tariffe del teleriscaldamento

Allacciate le prime abitazioni lungo l’asse di via Resia Lo sviluppo della rete dipenderà da quanti rifiuti si bruciano


di Davide Pasquali


BOLZANO. I lavori per l’ampliamento della rete di teleriscaldamento, iniziati dalla Sel a giugno, stanno procedendo senza sosta. Collegate le prime abitazioni lungo l’asse di via Resia, si è iniziato a sfruttare il calore prodotto dal nuovo termovalorizzatore, servendosi del preesistente impianto a metano sul Lungoisarco destro solo per i momenti di picco della fornitura o quando il nuovo impianto di Bolzano Sud fa le bizze. A breve è attesa dal Comune la concessione edilizia per la costruzione dell’enorme serbatoio di accumulo del calore che verrà realizzato a sud di Casanova, dove durante la notte, ossia nei momenti di piatta, verrà stivata l’acqua bollente da distribuire nei momenti di picco, specie al mattino, per riscaldare le case e fornire acqua calda per la doccia dei bolzanini. Bolzanini che, per una volta, potranno godere di una diminuzione delle tariffe. Non solo teorica, ma pratica: dal primo gennaio, diminuiranno le bollette per le circa 3.500 utenze già collegate al teleriscaldamento. Si parla circa di un quindici per cento rispetto a quanto pagato quest’anno. Saranno in assoluto le tariffe più basse a livello nazionale. Per i nuovi allacciamenti che arriveranno, invece, secondo le stime portate dai tecnici di Sel, le tariffe consentiranno in media un risparmio circa del venti per cento rispetto al gas metano e quasi del quaranta per cento rispetto al gasolio.

Il primo lotto dell’ampliamento della rete di teleriscaldamento riguarda come detto la zona di via Resia, tra Casanova, rione già allacciato, e viale Druso all’altezza della rotonda per Merano. Gli scavi per la posa delle tubature passeranno dietro la zona residenziale militare e dietro Firmian. La rete si svilupperà nei prossimi anni in direzione dell’ospedale, il cui allacciamento è previsto nell’inverno 2016/2017, e lungo l’asse di viale Druso, viale Europa, via Roen, via Palermo e corso Libertà, per espandersi poi lungo via Cadorna e viale Trieste, consentendo così agli edifici delle zone circostanti di allacciarsi alla rete e approfittare del calore fornito da Ecotherm. Entro il 2022 la rete di teleriscaldamento si estenderà per oltre 40 chilometri, coprendo buona parte del territorio comunale. Un terzo del calore prodotto verrà sfruttato dal San Maurizio, un terzo dalle abitazioni, un altro terzo dalla Zona.

Tra gli interventi previsti c’è anche la realizzazione presso la centrale Sel sul Lungoisarco destro di un nuovo serbatoio, una sorta di mega-boiler per accumulare l’acqua calda. Di notte, quando i riscaldamenti sono spenti e tutti dormono, il calore prodotto dal nuovo inceneritore verrà usato per scaldare l’acqua da accumulare nel serbatoio, da cui si attingerà nei momenti di picco, specie al mattino, quando i riscaldamenti sono tutti accesi e decine di migliaia di persone si fanno la doccia. Il serbatoio avrà un’altezza di 40 metri e sarà in grado di accumulare un calore pari a 200 megawatt. Sarà uno dei maggio serbatoi termici di tutta Italia.

I lavori di ampliamento della rete sono stati organizzati in modo tale da sfruttare gli stessi scavi non solo per la posa delle tubature del teleriscaldamento ma pure per la posa della fibra ottica e, laddove possibile, per realizzare sopra lo scavo nuovi tratti di pista ciclabile.

Le tecnologie che verranno implementate a Bolzano, finanziate per oltre 25 milioni di euro dalla Banca europea degli investimenti per l’elevato valore ambientale, sono assai innovative, tanto da essere state presentate di recente alla quattordicesima Conferenza internazionale sul teleriscaldamento e teleraffrescamento tenutasi a Stoccolma.

Ieri, durante un incontro con la stampa, Sel-Ecotherm, Comune e Provincia hanno anche presentato per la prima volta gli scambiatori di calore necessari ai condomini privati per allacciarsi alla rete di teleriscaldamento. Saranno piccoli medi o grandi, a seconda delle dimensioni dell’edificio. Piuttosto semplice chiarire come funzionano: dall’inceneritore arriverà l’acqua calda, a 95 gradi, ma non entrerà direttamente nelle case. Tramite uno scambiatore di calore, una sorta di termosifone, il calore verrà trasmesso per contatto dalle tubature del teleriscaldamento a quelle del riscaldamento domestico e dell’acqua sanitaria. Per un edificio medio-piccolo, si tratta di un apparecchio non più grande di un metro per un metro. Insomma, rispetto alle caldaie del gasolio, di certo nei condomini si risparmierà diverso spazio. Oltre ovviamente a non doversi più occupare di controllo fumi, manutenzione del bruciatore, spazzacamino, riempimento della cisterna del gasolio e quant’altro.

Quanta parte di città si riuscirà a coprire dipenderà da quanti bolzanini accetteranno di allacciarsi, ma anche, ed è questione in primo luogo tecnica e non certo politica, da quanti rifiuti residui si riusciranno a bruciare all’inceneritore. Con le sole immondizie altoatesine, l’impianto non è al top. Ergo, non produce tutto il calore che potrebbe. Se arrivassero rifiuti da fuori provincia, la potenza calorica sviluppata dal nuovo termovalorizzatore, e quindi erogabile alle case e alle aziende, sarebbe superiore. Il governo Renzi preme, Comune e Provincia pare non siano d’accordo. Ma economicamente a Sel (o alla nuova società Sel-Aew) converrebbe di certo.

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