BURGRAVIATO. Supera i quattordici milioni di euro, undici dei quali per il solo distretto di Merano, l'ammontare degli sforzi che lo scorso anno la comunità comprensoriale del Burgraviato ha messo in campo per aiutare le persone che tra la città e le vallate si trovano in difficoltà economiche al punto da non riuscire a raggiungere il reddito minimo o da non riuscire a pagare in autonomia l'affitto per l'appartamento occupato.

Il 60% della spesa totale viene assorbito dal contributo che l'ente pubblico versa agli affittuari di appartamenti per consentire loro di riuscire a pagare il canone di locazione, servizio tre anni fa passato di mano dall'Ipes alle comunità di valle, Burgraviato compreso. La cifra è di quelle da spavento: 8,36 milioni di euro, dei quali 6,4 milioni sono assorbiti da residenti a Merano e paesi circostanti. Una cifra che facilmente induce a pensare come il mercato degli affitti sia "drogato", nel senso che i titolari di appartamenti senza questa corposa iniezione di aiuti pubblici non troverebbero affittuari per i propri alloggi ai canoni di affitto pretesi di questi tempi. Rispetto ad appena un anno prima, il 2014, il contributo affitti è cresciuto di circa un milione di euro con un incremento del 15%.

E poco giova dire che siamo ancora in presenza degli ultimi effetti del passaggio di competenze tra Ipes e comprensori. I dati sono contenuti nelle relazioni presentate dai quattro distretti sociali di Merano, Lana, Naturno e San Leonardo in Passiria, consultabili sul sito internet del Burgraviato.

Un altro dato preoccupante è il numero dei cosiddetti clienti, delle famiglie che presentano domanda di aiuto: lo scorso anno siamo arrivati a sfiorare i 3.500 nuclei familiari. Nel solo distretto di Merano siamo a quota 2.581 clienti, praticamente dieci unità familiari al giorno che in totale hanno presentato 7.146 richieste di sostegni vari.

Le altre due voci, oltre alla integrazione del canone di affitto, che contribuiscono in maniera determinante a superare i 14 milioni di euro gestiti dai servizi di assistenza economica sociale del comprensorio sono le spese per integrare il reddito minimo (per intenderci le famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese con il solo reddito da lavoro o da pensione) e per l'assistenza ai minori in difficoltà in comunità o con lo strumento dell'affido familiare. Nel primo caso la cifra raggiunta a livello comprensoriale è pari a 2,2 milioni (Merano e dintorni da solo tocca 1,97 milioni di euro), nel secondo caso 2,7 milioni (Merano e dintorni assorbono 1,97 milioni di euro).

Se si analizza nel caso dei minori la sola situazione di Merano e dintorni si scopre che lo scorso anno il distretto sociale ha seguito 602 ragazzi con un incremento rispetto all'anno prima del 10% dei casi. In 345 casi alla base delle difficoltà pedagogiche ci sono problemi familiari e di relazione, in 76 casi problemi economici della famiglia, in 50 casi problemi abitativi e, dato più preoccupante di tutti, in 41 casi dietro c'è un abuso o una violenza subita. Per Merano un altro dato aiuta a sfatare la convinzione che a rivolgersi ai servizi sociali del distretto siano in prevalenza extracomunitari è quello rappresentato dal dato sui colloqui di prima consulenza: lo scorso anno sono stati 376, ma 202 sono stati richiesti da cittadini italiani, seguiti da 26 albanesi e 18 marocchini. ©RIPRODUZIONE RISERVATA