Bolzano

Dehors di piazza Walther, il Tar dà ragione al Comune 

La sentenza respinge il ricorso presentato dai gestori del Walthers’: la struttura è considerata troppo impattante, bisognava chiedere il parere della Sovrintendenza



BOLZANO. La nuova struttura è troppo impattante; e comunque prima di installarla bisognava chiedere l’autorizzazione alla Sovrintendenza ai Beni culturali. Questo, in estrema sintesi, il contenuto della sentenza del Tar sulla vicenda dei dehors.

È probabile che la decisione dei giudici di primo grado verrà impugnata davanti al Consiglio di Stato, ma il primo round intanto l’ha vinto il Comune: il ricorso è stato rigettato in quanto considerato infondato.

Stiamo parlando del contenzioso sui plateatici avviato dai gestori del “Walthers’”, con cui si chiedeva l’annullamento innanzitutto della sospensione, decisa dal Comune, del procedimento per il rilascio della concessione per l’occupazione del suolo pubblico; e poi del parere negativo espresso dalla Sovrintendenza ai beni culturali.

In base alle norme - scrivono i giudici - “deve essere sottoposta ad autorizzazione preventiva da parte della Sovrintendenza provinciale ai Beni culturali l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni culturali”. Si ricorda che “le piazze (come piazza Walther, che si trova nel centro storico di Bolzano), sono considerate ex lege beni culturali”.

Dunque, i gestori del locale di piazza Walther, per la parte del progetto in cui prevede la realizzazione di plateatici e di elementi strutturali di notevoli dimensioni e di grande impatto, “avrebbero dovuto chiedere l’autorizzazione alla Sovrintendenza prima di presentare al Comune la domanda di concessione di occupazione di suolo pubblico”.

I giudici entrano quindi nel merito della questione, sostenendo che il giudizio della Sovrintendenza è connotato “da un’ampia discrezionalità tecnico- valutativa”. La valutazione è sindacabile, in sede giurisdizionale, ma “esclusivamente sotto i profili di logicità, coerenza e completezza”.

Per i ricorrenti, la nuova struttura non sarebbe diversa - ma più elegante e realizzata con materiali più costosi - della precedente per la quale il Comune ha sempre rilasciato la concessione.

Per i giudici amministrativi invece è “sufficiente esaminare le immagini fotografiche e le planimetrie per rendersi conto che la nuova struttura è più impattante, sia per la presenza delle dieci colonne in acciaio di formato tubolare e di volume chiuso nella pedana, sia per la conformazione della struttura ombreggiante soprastante”. «Così come progettata - si legge ancora nella sentenza - la struttura, mentre appare conforme agli interessi privati del ricorrente, va ad incidere pesantemente, sull’interesse pubblico volto a preservare e valorizzare il carattere storico-architettonico della piazza, considerata “il salotto della città”».

«Parleremo con i gestori - anticipa il sindaco Renzo Caramaschi - si troverà un accordo». A.M.













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