Deliri antisemiti sul web,  pagheranno 3 mila euro 

Insulti e minacce nei confronti degli ebrei indicati come «male assoluto» A innescare il procedimento era stata la denuncia di Federico Steinhaus  


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Tre dei sette inquisiti per diffusione via internet di idee fondate sull’odio razziale nei confronti della comunità ebraica, hanno patteggiato ieri mattina una pena pecuniaria di 3 mila euro a testa davanti al giudice dell’udienza preliminare Andrea Pappalardo. La vicenda, come si ricorderà, risale a tre anni fa quando Federico Steinhaus (per anni presidente della comunità ebraica meranese) sporse querela dopo essersi visto insultare (assieme a molte personalità della politica e dell’informazione) su un paio di siti internet pubblicizzati a livello internazionale. Paolo Baroni, 58 anni di Ferrara, Claudio Fauci , 52 anni di Nola in provincia di Napoli e Aniello Di Donato, 32 anni di Santa Maria Capua Vetere (ma domiciliato in Germania) hanno patteggiato, come detto, una multa di 3 mila euro. Il giudice ha anche deciso il non luogo a procedere nei confronti di Alfred Olsen , 65 anni, cittadino norvegese. Nei confronti di un cittadino straniero accusato di aver compiuto un reato (ai danni di un cittadino italiano) all’estero la procedibilità è subordinata ad una specifica disposizione del Ministero di Grazia e Giustizia che in realtà per questo caso non è intervenuto. Il giudice Pappalardo ha anche disposto il trasferimento degli atti a Roma per competenza territoriale per le ultime tre posizioni e cioè per Scipione Antonio Rino Tagliaferro, napoletano di 49 anni, Salvatore Panzica, 74 anni di Lecce e Luca Schiano Di Pepe, 42 anni di Napoli. Gli inquisiti furono accusati di aver agito «accomunati da una vocazione ideologica antisemita» dato che avrebbero contribuito - secondo il capo d'imputazione - alla propaganda e alla diffusione sul circuito internet (attraverso la sezione italiana dei siti web "www.holywar.tv" e "www.holywar.org" di idee fondate sull'odio razziale o etnico e sulla discriminazione per motivi religiosi nei confronti della comunità ebraica. Nel capo d’imputazione del procedimento (per violazione della legge Mancino) erano stati riportati alcuni tratti delle esternazioni del gruppo in cui tra il resto si affermava che «gli ebrei incarnano il male assoluto» , rappresentati sui due siti internet dall'icona satanica associata al numero "666" . Nelle pubblicazioni sul web il delirio ideologico si era spinto a definire gli ebrei «un popolo contro cui bisogna combattere una guerra santa» additandolo anche come responsabile della strage alla stazione di Bologna o della crisi economica. Lo stato di Israele, inoltre, veniva definito «nazista».

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