Delitto dei Piani: a sedici anni Kevin aveva rapinato con coltello un’altra prostituta
“Personalità inquietante” e ora si riaprono i fascicoli sugli omicidi insoluti a carico di altre donne di strada, avvenuti tra Austria e Germania. Il suo numero di cellulare sulla memoria di Svetla, la vittima
Kevin Montolli, autore reo confesso del delitto dei Piani, ha precedenti inquietanti e una personalità che sta agitando non pochi gli investigatori. Arrestato domenica mattina dopo aver tentato di spacciarsi per puro testimone dell’aggressione della prostituta bulgara in via Macello, il giovane aspirante panettiere di 19 anni ha trascorso la sua prima notte in carcere e domani sarà portato davanti al giudice per l’udienza di convalida dell’arresto.
Per ora, si trova in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario. Nel corso delle indagini delle ultime ore è emerso che già tre anni fa, a soli sedici anni, aveva cercato di appartarsi con una prostituta. Lei si era rifiutata, vista la sua età. A quel punto, Montolli aveva tirato fuori un coltello - già allora... - e l’aveva rapinata. in quanto minorenne, aveva ottenuto il perdono giudiziario, ma oggi quel precedente getta una luce sinistra sul suo passato.
Tanto che la procura e la squadra mobile, avendo accertato un suo soggiorno in Germania negli anni scorsi, vogliono ora verificare se, tra l’Austria e la Germania, vi siano state altre prostitute assassinate con dinamiche simili. Questo pomeriggio si terrà l’autopsia sulla salna della poveraSvetla Fileva, trent’anni. Ma già adesso, da un ulteriore ispezione della salma emerge l’inaudita violenza con cui il ragazzo poco più che adolescente si è scagliato contro di lei: non quindici pugnalate, come era sembrato in un primo tempo, ma molte di più: venti colpi al torace e all’addome, altri cinque alla schiena, la coltellata mortale, probabilmente quella infertale sulla parte sinistra del collo.
Infine, è confermata l’ipotesi che Kevin fosse un suo cliente abituale: il suo numero è stato trovato infatti nella rubrica del cellulare di lei. Quanto al video ripreso dalle telecamere di sicurezza del centro profughi Gorio, non avrebbe ripreso il delitto, ma solo la fuga del ragazzo. In ogni caso, una prova schiacciante a supporto dell’ammissione di colpevolezza, casomai il ragazzo volesse ritrattare tutto.