Delitto di Favogna: Maryana forse non imputabile

Decisiva la perizia affidata ad uno psichiatra forense milanese


Mario Bertoldi


BOLZANO. Il giudice Carlo Busato conferirà al professor Luciano Magotti, psichiatra forense di Milano, specializzato in criminologia clinica, l'incarico peritale che dovrebbe fornire risposte importanti per la valutazione delle condizioni psichiche di Maryana Kaminska nel momento della coltellata mortale inferta al sua fidanzato.
L'indagine sull'omicidio di Favogna entra dunque nel vivo anche sotto il profilo della reale imputabilità della giovane donna ucraina, ammessa recentemente agli arresti domiciliari a seguito della gravidanza. La ragazza, che ha 19 anni, aspetta un bimbo proprio dall'uomo che ha ucciso (il turco Mehmet Yildirim) con un colpo di coltello inferto con forza in pieno petto. Ora il giudice delle indagini preliminari, accogliendo anche una richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto di procedere con incidente probatorio proprio per verificare le condizioni mentali dell'omicida al momento del fatto. La giovane donna ha infatti avuto, nel corso della tragedia, un comportamento contraddittorio. Prima la micidiale pugnalata in pieno petto, poi la disperazione ed il tentativo di prestare i primi soccorsi alla sua vittima, cercando con le mani di fermare la forte emorragia provocata dalla lama del coltello (che lesionò l'arteria polmonare). Stamane il giudice Busato, alla presenza degli avvocati difensori, consegnerà dunque anche i quesiti peritali al professor Luciano Magotti. Se dovesse emergere che la donna al momento del fatto non era in grado di autodeterminarsi e di avere un rapporto corretto con la realtà, il giudice potrebbe anche disporre il non luogo a procedere per vizio totale di mente.
La giovane donna potrebbe essere assolta ma rischierebbe di essere rinchiusa in una struttura psichiatrica carceraria qualora il perito dovesse ritenerla socialmente pericolosa per possibili altri raptus di follia. In caso contrario Maryana Kaminska rischia concretamente una dozzina d'anni di carcere per omicidio volontario. Sempre che i difensori chiedano di procedere con rito abbreviato.

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