L'intervista

Dello Sbarba: «Scontro tra cordate, la Svp non tiene più» 

Il consigliere provinciale dei Verdi: «Non ci schieriamo con nessuno dei gruppi in campo». La sua analisi; «Come possono arrivare a fine legislatura?». Achammer: «Abbiamo deluso» 



BOLZANO. «Come partito abbiamo deluso. Ora dobbiamo farci carico delle conseguenze»: l’Obmann della Svp Philipp Achammer ammette la gravità della crisi Svp, con le intercettazioni che raccontano i tentativi di avvantaggiare la Sad e l’elenco delle donazioni elettorali tenute finora riservate. Nonostante le pressioni interne, Achammer conferma che non intende lasciare la guida del partito: «Non ho alcuna responsabilità diretta, non sono entrato in nessun modo nell’inchiesta Sad». Il capogruppo della Svp Gert Lanz è tornato a parlare: sul caso Sad servono conseguenze. Le opposizioni vogliono chiarezza: chiesta una seduta straordinaria del Consiglio e una commissione d’inchiesta. Per Riccardo Dello Sbarba (Verdi) questa è la seconda grave vicenda politico-giudiziaria da analizzare, dopo lo scandalo Sel sulle concessioni idroelettriche.

Cosa sta succedendo, in sintesi?

La maggioranza ha fatto bancarotta. Non esiste più. In questa seconda parte della legislatura si sono rotti gli equilibri, per quanto fragili. Sia nella Svp che nella Lega al posto di una maggioranza politica, tenuta insieme da una visione per il territorio, abbiamo palesemente gruppi in conflitto tra loro, con cordate politiche e imprenditoriali ed eco sui media. Adesso si capiscono meglio alcune cose.

A cosa pensa?

Disegni di legge che partono in pompa magna, presentati come revisioni radicali di settori, e che arrivano alla discussione finale svuotati, perdendo pezzi passaggio dopo passaggio, per effetto degli interventi dei diversi gruppi di interesse. Pensiamo al disegno di legge sull’edilizia pubblica, in discussione in questi giorni in commissione: è diventata una riforma dell’Ipes, che non risolverà i problemi delle migliaia di persone che non trovano case a prezzi accettabili. O pensiamo al braccio di ferro tra albergatori e agriturismi: ogni tema provoca un conflitto. Lo avevamo capito, ora ne sappiamo di più: le intercettazioni sono una finestra sull’odio, i ricatti, gli intrecci tra affari e politica. In questi giorni leggo con occhi diversi anche le trattative con la Svp dopo le elezioni provinciali.

Quelle sfociate nell’ingresso della Lega in giunta.

Come Verdi incontravamo Kompatscher e Achammer. Su tutti i punti, anche i più conflittuali, si arrivava a un momento di accordo. “Adesso ne parliamo in partito”, ci venne detto. Poi venne scelta la Lega e nessuno ci spiegò i motivi. Già allora non mi accontentai della vulgata “la Svp è più orientata verso destra”. Non conoscevo le cose che sappiamo oggi, ma già all’epoca ebbi la chiara sensazione che nella Svp qualcuno puntasse sui leghisti per portare a casa diverse partite. Attenzione, mi riferisco a tutte le cordate in campo, perché nella Lega, come nella Svp, abbiamo l’area pro Sad e quella pro Benko.

Di sicuro non scopriamo oggi le possibili commistioni tra politica e interessi. Quante volte gli stessi Verdi hanno accusato la giunta di predisporre leggi ad hoc?

Il “sistema Alto Adige”. Ho vissuto in consiglio provinciale tutta la fase del tramonto di Luis Durnwalder. Kompatscher voleva inaugurare un nuovo corso, ma ciò è incompatibile con gli assetti tradizionali della Svp. In passato riuscivano a comporre i diversi interessi, ora non più. Forse Kompatscher vuole liberarsi di una parte del partito.

Il presidente ha imposto con forza il tema etico nella Svp sul caso Sad, provocando un effetto boomerang. Sono trapelate le donazioni elettorali per la sua candidatura da parte di società legate ad Heinz Peter Hager e al gruppo immobiliare Unterberger.

C’è uno scontro tra due cordate. Non intendiamo schierarci con l’una o l’altra.

Lei seguì a fondo lo scandalo Sel, che costò il posto all’assessore Laimer. Trova analogie nei fatti e nella gestione della crisi?

L’obiettivo delle manipolazioni era assegnare le grandi centrali alla Sel. Assessore all’energia e direttore Sel furono condannati. L’obiettivo è stato poi raggiunto, attraverso altri percorsi di gara. Nel caso della Sad, la parte politica è uscita pulita dall’inchiesta. L’impianto della gara ha retto, la Sad ha perso: il servizio è gestito dalla Sasa e dai vincitori dei bandi per dieci lotti, nessuno dei quali andato alla Sad. Sbaglia chi descrive Kompatscher come una vittima. Questa partita l’ha vinta.

Questa giunta può arrivare al termine naturale della legislatura?

Ce la faranno? Il modo sarà una tregua al ribasso tra gente che si odia e che paralizzerà ogni sviluppo di questa provincia? FR.G.













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