«Democrazia diretta, la giunta comunale non ha fatto niente»

Monese: secondo la legge regionale si doveva modificare lo Statuto per adeguarlo ai nuovi strumenti referendari


di Tiziana Campagnoli


BRESSANONE. Il Comune di Bressanone non avrebbe fatto ancora nulla per facilitare la democrazia diretta e quindi il consigliere di Demos, Nicolas Monese, ha scritto una lettera aperta al sindaco Peter Brunner per invitarlo ad aprire quanto prima un tavolo di lavoro con tutti i capigruppo in modo da affrontare l'importante tema. «Il 5 dicembre 2014 il Consiglio della Regione Trentino Alto Adige ha introdotto, con legge regionale, delle nuove misure con lo scopo di migliorare gli strumenti referendari a disposizione dei cittadini per partecipare alla politica comunale. - spiega Monese - Come previsto dalla legge, tutti i comuni del Trentino Alto Adige/Südtirol avrebbero dovuto modificare, obbligatoriamente, in tal senso i loro Statuti comunali entro 12 mesi dalla pubblicazione delle nuove leggi regionali. Ebbene, ad oggi, due mesi oltre la scadenza di questo periodo, il Comune di Bressanone non ha ancora recepito tali misure nel suo Statuto comunale».

Secondo Monese la modifica delle norme sugli strumenti referendari è un atto di “grandissima importanza” che dà seguito a quanto spesso affermato durante la campagna elettorale per le comunali 2015 riguardo alla partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa locale e alla necessità di semplificare e ottimizzare questi processi. «L’inadempienza del Comune di Bressanone risulta gravissima, - continua Monese - soprattutto considerando la rilevanza che il tema della partecipazione popolare ha assunto per la nostra città nel recente periodo; nonché le pesanti conseguenze politiche e legali che potrebbe subire l’intera amministrazione». Da qui la lettera inviata al sindaco Peter Brunner. «Il gruppo Demos brixen|bressanone - conclude Monese - ha inviato una lettera aperta al primo cittadino, alla presidente del consiglio comunale Renate Prader e ai capigruppo consigliari, invitandoli ad intraprendere una discussione esplorativa sul tema in sede di assemblea dei capigruppo, in modo da dare un primo segnale sull’intenzione di adeguarsi alle nuove direttive della Regione».













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