MERANO. Per la seconda volta la riforma dello statuto comunale verso una maggiore democrazia diretta ottiene fumata nera in commissione affari istituzionali. L'altra sera gli otto consiglieri comunali guidati dal presidente Giorgio Roat non hanno neppure affrontato quella che doveva essere la seconda puntata dedicata in particolare ai quorum necessari per la raccolta firme e la validità del voto referendario. I consiglieri di opposizione, guidati da Walter Taranto della Civica, quando si è trattato di affrontare il punto tre all'ordine del giorno hanno chiesto formalmente al presidente quali fossero le novità per le quali venisse richiesto un nuovo voto. A quel punto nessuno dei presenti è stato in grado di presentare un testo emendato e pertanto la seduta è stata chiusa in anticipo.

Va ricordato che la prima proposta di modifica dello statuto comunale approvata dalla giunta comunale era stata respinta in commissione a inizio dicembre con zero voti a favore (nonostante la presenza di 4 consiglieri di maggioranza), un voto contrario e sei astensioni. Quella proposta prevedeva per l'indizione di un referendum la raccolta del 5% delle firme di elettori (poco più di 1.500 persone) con a disposizione sei mesi di tempo, e per la validità dell'esito del quesito referendario almeno il 20% dei votanti. Troppo per alcuni, troppo poco per altri. Per riuscire a modificare lo statuto entro la fine dell'anno ora è necessario che la maggioranza convochi entro Natale una nuova seduta della commissione affari istituzionali e una seduta di consiglio comunale. Entrambi le cose sembrano particolarmente difficili da attuare, anche perché per il 21 dicembre una seduta del civico consesso è già convocata e la delibera sulla democrazia diretta difficilmente potrà essere discussa, stante la bocciatura di inizio dicembre. (rog)