Di Fede: «Tenti, ora un passo indietro»

La segretaria del Pd: «Deve chiarirsi con l’assessore e poi per una questione di opportunità lasci la competenza sull’Ipes»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Adesso che la dottoressa Tenti è tornata dalle ferie, ci dovrà per forza di cose essere un chiarimento tra lei e l’assessore Tommasini. Dopodiché, l’ho detto e lo ripeto, è auspicabile che la dirigente lasci la competenza relativa all’Ipes. Nessuno mette in discussione la sua professionalità e correttezza, ma essendoci un’inchiesta, è una questione di opportunità». Se l’assessore Christian Tommasini finora ha preferito la linea del silenzio “in attesa di un colloquio con la dirigente”, la segretaria del Pd Liliana Di Fede detta la linea che non può che essere quella della massima trasparenza.

Katia Tenti, braccio destro dell’unico assessore italiano rimasto in giunta, è indagata nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Giancarlo Bramante, sui terreni Mair-Defranceschi di proprietà dell’imprenditore bolzanino Antonio Dalle Nogare (indagato assieme al padre Angelo per istigazione alla corruzione di alcuni consiglieri comunali, ndr) . Ipotesi di accusa per la dirigente: abuso in atti d’ufficio. Un reato sempre difficile da dimostrare anche nel caso in cui sia stato realmente commesso.

Il sospetto della Procura è che l’alto dirigente, amica dell’imprenditore, si sia mossa per favorire in qualche modo la trasformazione del terreno da verde in edificabile. Condizione indispensabile perché l’area potesse partecipare al bando Ipes per la costruzione di un centinaio di alloggi. Nel 2011 la trasformazione era stata negata dalla Provincia, nel dicembre 2013 è arrivato il via libera prima del consiglio comunale e poi dalla commissione urbanistica provinciale.

L’affare da 25 milioni era lì a portata di mano, anche perché l’offerta della ditta Volcan, che avrebbe dovuto edificare sull’area di proprietà di Dalle Nogare, era l’unica in gara, ma l’operazione è sfumata una settimana fa. La commissione tecnica dell’Ipes ha deciso di non aggiudicare l’appalto, ufficialmente per le caratteristiche progettuali e tecniche del complesso, ma molto probabilmente sulla decisione è pesata l’inchiesta in corso. A pagarne le conseguenze le famiglie in attesa di un alloggio. Un passo indietro della dirigente, a questo punto, è auspicabile, anche per evitare di bloccare altre operazioni che vedono coinvolti Ipes e Provincia.

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