Di Maio ieri a Trento: «Avanti col governo» 

Trento. «Siccome questi sono momenti in cui c'è una grande discussione, io l'unica cosa che posso dirvi è che vale la pena andare avanti perché abbiamo degli obiettivi da raggiungere, lo dico a tutti...



Trento. «Siccome questi sono momenti in cui c'è una grande discussione, io l'unica cosa che posso dirvi è che vale la pena andare avanti perché abbiamo degli obiettivi da raggiungere, lo dico a tutti nel governo. Andiamo avanti per l'amore che abbiamo per questo Paese e non lasciamo che chi ci vuole buttare giù, ci riesca». Nelle ore in cui si decidono le sorti dell’alleanza giallo-verde al governo, il vicepremier e ministro del lavoro Luigi Di Maio ieri a Trento, dove ha partecipato ad un’assemblea con gli attivisti, ha detto che l’esecutivo deve andare avanti. E ha rilanciato un tema caro alla Lega, il taglio delle tasse: «Ce la metteremo tutta, nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, per costruite una legge di bilancio che tagli le tasse. A settembre tagliamo i parlamentari, abbiamo obiettivi importanti sul cuneo fiscale, sul canone Rai, sul bollo auto e su altro». Alle 10, ora dell’inizio, nella saletta tre del Centro Santa Chiara il ministro non ha trovato una folla di attivisti, poco più di 50 persone, metà della capienza. Altri sono arrivati alla spicciolata. Per l’operazione ascolto dei Cinqustelle trentini Di Maio ha scelto una mattinata afosa di luglio più adatta probabilmente ad un tuffo nel Garda. Ma il capo politico del M5s dal Trentino mancava dal gennaio dello scorso anno e la base rumoreggia. Arrivato dal Friuli già la sera prima in compagnia della fidanzata Virginia Saba, il ministro ha proseguito nel suo tour che lo sta portando per tutta Italia, con qualche pausa relax, come ha postato su Facebook. A pranzo era allo Scrigno del Duomo. Da queste parti invece è di casa, letteralmente, il ministro Riccardo Fraccaro (da sempre uno dei nomi più vicini a Di Maio) ma insomma non è un segreto che a queste latitudini i 5Stelle, anche quando altrove le cose andavano a gonfie vele, qui non abbiamo mai veramente sfondato. Di Maio è arrivato con una decina di minuti di ritardo rispetto all’appuntamento delle dieci e si è scelto di farlo passare dalla parte carrabile, quella chiusa da una stanga. Dal retro, in parole povere. La porta per salire da quel lato non si apre quasi mai fuori stagione, quindi corsa a cercare la chiave. Tutto risolto al volo e quando il ministro del lavoro è entrato nel piazzale ha trovato ad attenderlo il commissario del Governo Sandro Lombardi ed i vertici delle forze dell’ordine. Prima di entrare a passo svelto Di Maio si è fermato a salutare una signora in carrozzina che ci teneva a dargli il proprio incoraggiamento. Una volta salito si è tolto la giacca ed ha ascoltato oltre 40 interventi, rigorosamente fissati in due minuti ciascuno. Un contributo eterogeneo, una sorta di psicoanalisi di gruppo, con chi lodava l’azione di governo romano e chi, viceversa, ha notato un allontanamento da quello che era il programma originale.

Di Maio ha preso nota di ognuno degli interventi. Poi partendo dal nazionale è arrivato poi a come il Movimento dovrà essere organizzato: «Nelle rivoluzioni si traccia un percorso e lungo il percorso si può anche sbagliare, a volte, ma è importante non perdere mai l’obiettivo, è importante non mollare mai, mostrando coraggio, per segnare un riscatto. Il Movimento ha sempre dimostrato resilienza ossia la capacità di modificarsi ed evolversi in base ai nuovi contesti, anche avversi. La nuova organizzazione servirà per rendere il Movimento sempre più efficiente». In pratica, sempre attraverso la piattaforma Rousseau, il M5s si doterà di una figura che oggi non c’è, ovvero il facilitatore: non si tratta di un vero e proprio segretario, ma di una figura che collegherà Trento con Roma, i territori con il governo: «Ci si daranno degli obiettivi e collaborando con noi portavoce, con i parlamentari, si lavorerà per raggiungerli. Mi pare una metodica di lavoro interessante», ha chiosato il consigliere provinciale Alex Marini. Per l’altro eletto in Provincia, il capogruppo Filippo Degasperi: «Bene che il capo politico abbia detto che occorra riattivare i territori ma noi questa figura, nel 2012 si chiamava organizer, lo avevamo già. Dissero che non serviva….». G.T.













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