Dolomiti: è bufera sulla Fondazione Unesco

La Provincia di Belluno: ha fatto troppo poco. Laimer: accuse ingiuste


M. Di Giangiacomo


BOLZANO. Qualche giorno fa le accuse di Mauro Corona e Michil Costa, secondo i quali il sigillo dell'Unesco sulle Dolomiti è solo marketing. Ma ora, a sostenere che la Fondazione che promuove le nostre montagne quali patrimonio dell'umanità oltre ad un contestatissimo marchio non è riuscita ad andare, è addirittura uno dei membri del consiglio d'amministrazione, la Provincia di Belluno. Che martedì, in sede di consiglio direttivo, si è astenuta sul bilancio (che era comunque già stato approvato dal consiglio d'amministrazione) ed ha preso parte alla seduta non già con l'assessore Alberto Vettoretto, che fino al 2012 sarà anche presidente della Fondazione, ma con il collega Stefano De Gan. Nel suo intervento, l'assessore ha sostenuto che la Fondazione ha fatto poco («l'unico atto visibile è il contestato marchio»), prova ne sia un avanzo di bilancio di diverse centinaia di migliaia di euro: «Se la Fondazione ha così tanti soldi in cassa - ha detto De Gan - significa che non li ha spesi e quindi ha fatto troppo poco». In più, la Provincia di Belluno ha rimproverato alla Fondazione di aver affidato ad una "società di Bolzano" la pianificazione della strategia per il turismo sostenibile. «È successa una cosa singolare - conferma l'assessore provinciale all'ambiente Michl Laimer, membro altoatesino del cda -. Il presidente della Fondazione, che è un leghista, ha mandato un altro assessore leghista bellunese a dire che la Fondazione non funziona. È chiaramente una polemica interna alla Lega Nord di Belluno, quelle di De Gan sono accuse che non stanno in piedi - dice ancora Laimer -. Cosa dovremmo fare, spendere tutti i soldi che ci sono in cassa per dimostrare alla Lega Nord che la Fondazione funziona? È l'Eurac che sta elaborando il concetto turistico, non una società privata, come da accordi presi in seno alla Fondazione. La verità è che la Fondazione ha iniziato la sua attività da poco ma ha fatto già tante buone cose, tra di noi c'è un bel clima, lasciamo la politica fuori dalla Fondazione». Poi però è lo stesso Laimer a commentare con un mezzo sospiro di sollievo la notizia, peraltro ancora non ufficiale, che vorrebbe l'assemblea generale dell'Unesco originariamente in programma a fine giugno, in Bahrein, spostata a fine anno per i noti problemi d'effervescenza politica di quel paese. In quella sede si terrà infatti il cosiddetto "esame d'ammissione" del sito dolomitico. «Sarebbe una buona notizia - ammette appunto Laimer - perché avremmo qualche mese in più per prepararci». E i sospetti che nella sede cortinese della Fondazione non ci si ammazzi di lavoro tornano.

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