Bolzano

Donna accoltellata al collo, l’ex marito a processo

L'uomo sarà giudicato con rito abbreviato per tentato omicidio. I fatti avvennero in via Claudia Augusta. Manifestazione di solidarietà della Gea davanti al palazzo di Giustizia



Bolzano. Il cittadino albanese di 42 anni sotto processo per aver tentato di uccidere a colpi di coltello in via Claudia Augusta la moglie dalla quale si stava separando, affronterà nelle prossime ore il processo di primo grado in tribunale a Bolzano. Si procederà con rito abbreviato. Dunque , dopo numerosi rinvii, martedì si dovrebbe giungere alla sentenza.

Nel frattempo l’uomo ha ottenuto la revoca della custodia cautelare e affronterà il processo in libertà. Qualche mese fa, infatti, il giudice ha ritenuto non più attuale il pericolo di nuovi atti di violenza nei confronti della parte lesa che però è costretta a vivere in una struttura protetta lontana da Bolzano assieme ai tre figlioletti.

Il mancato omicida è dunque libero, la vittima (che rimase in ospedale in gravissime condizioni per diverse settimane) è costretta ancora a vivere nascosta e nella paura. Una situazione che la Gea, l’ associazione altoatesina per la solidarietà femminile contro la violenza (che gestisce il progetto casa delle donne) , stigmatizza in quanto è dimostrazione come in alcune occasioni le disposizioni di legge (che di per sè sarebbero severe) rimangano di fatto inapplicate.

«Tra le altre cose questo processo è stato più volte rinviato dilatando i tempi del giudizio - spiega la presidente Christine Clignon - nel frattempo l’imputato è libero e la vittima continua ad essere costretta a vivere chiusa in casa nella paura. questo temporeggiare che va a tutelare l’imputato e nuoce ulteriormente la vittima per noi è inaccettabile».

Anche per questo l’associazione ha deciso di farsi sentire organizzando, prima del processo, una manifestazione davanti al tribunale. L’intento è di dare sostegno alla donna gravemente ferita che attende giustizia da troppo tempo.

«Vogliamo esserci - spiega ancora la presidente clignon - per dimostrarle che se la giustizia non c’è almeno ci siamo noi». L’imputato deve rispondere di tentato omicidio premeditato. come si ricorderà, i fatti avvennero in via Claudia Augusta (angolo via Filzi) il primo marzo di due anni fa.

L’uomo seguì la moglie poco dopo le 8 di mattina per individuare la scuola materna dove avrebbe portato i loro figli. La ragazza, che da tempo viveva in una casa protetta, aveva accompagnato a scuola le due figlie più grandi e stava spingendo il passeggino con la figlioletta più piccola, di nemmeno un anno. 

I fatti, molto gravi, sono incontestabili. La donna fu infatti aggredita e colpita più volte al collo con un grosso coltello. Due fendenti, uno al torace e un altro alla gola, penetrarono in profondità e solo per pura fortuna la lama non lesionò punti vitali. In un caso l’aorta fu sfiorata per pochi millimetri.

 













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