Donna violentata e uccisa a Dobbiaco: l’omicida è già libero

Andreas Kristler ammazzò una compaesana a Valle San Silvestro nel 2002. Condannato a 15 anni e 8 mesi, ha già finito di scontare la pena grazie al condono


di Mario Bertoldi


BOLZANO. A poco più di 10 anni dall’omicidio compiuto la notte tra Pasqua e Pasquetta 2002 a Valle San Silvestro in alta val Pusteria, Andreas Kristler è tornato in completa libertà per fine pena. Nelle scorse ore ha lasciato definitivamente il carcere di Padova ove ha scontato gran parte della condanna a 15 anni e 8 mesi di reclusione inflittagli per aver violentato ed ucciso Maria Fronthaler, una compaesana di 74 anni. «Le lesioni inferte alla vittima sono dimostrazione di una crudeltà di cui si stenta a credere possa essere capace un giovane ragazzo» aveva scritto in sentenza la giudice Carla Scheidle che firmò il giudizio di primo grado. In prima istanza il conto della giustizia era stato più salato, in tutto 18 anni di reclusione, poi ridotti in appello.

La successiva applicazione di tre anni di condono e la riduzione di tre mesi per ogni anno scontato (per effetto degli abbuoni legati alla buona condotta in carcere) hanno portato Kristler a saldare in via definitiva il suo conto con la giustizia prima del previsto. Dei 15 anni e 8 mesi inflitti ne ha effettivamente scontati poco più di dieci.

Come si ricorderà Maria Fronthaler fu assassinata all’interno della sua abitazione nella piccola frazione di Valle San Silvestro vicino a Dobbiaco. La vittima era ben voluta da tutti in paese e per diversi giorni il «giallo» sembrava senza soluzione. Andrea Kristler (che agì completamente ubriaco) venne identificato ed arrestato diverse settimane dopo grazie agli esami del Dna cui si sottoposero tutti i residenti della frazione, in tutto 450 anime. Fu il profilo genetico del padre di Andreas a permettere di risolvere il mistero e di dare un volto ed un nome all’assassino.

Gli investigatori del Ris di Parma (il reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri)si accorsero subito dell’estrema somiglianza del profilo genetico di uno degli abitanti del piccolo paese con quello dell’assassino ricostruito grazie alle tracce di sperma rinvenute sul cadavere della vittima. Andreas Kristler venne così individuato ed arrestato. Fu processato con rito abbreviato dalla giudice Carla Scheidle che in sentenza sottolineò come l’imputato avesse infierito sul corpo della vittima con vere e proprie sevizie. A Maria Fronthaler - ricordò il giudice in sentenza - furono inflitti «patimenti e sofferenze indicibili con lo specifico e malvagio intento di vederla soffrire: tale modo di agire - sentenziò ancora il giudice di primo grado - rivela nell’imputato un’indole particolarmente malvagia e priva di umana pietà».

L’autopsia rivelò infatti che l’assassino inferse dolorose ferite alla vittima nelle parti intime, utilizzando un oggetto tenuto con violenza. Nel corso del processo la difesa tentò inutilmente di ottenere il riconoscimento della semi infermità mentale. Nel giovane, che ora ha 29 anni, vennero solo riscontrati «tratti disturbati di personalità» non in grado di raggiungere intensità ed importanza tale da ridurre notevolmente, pur senza escluderla del tutto, la capacità di intendere e di volere.

Ora Andreas Kristler volta pagina, Dopo dieci anni di carcere può tentare di ricostruirsi una vita, Nell’istituto di pena «Due Palazzi» di Padova due anni fa riuscì anche a diplomarsi col massimo dei voti a conclusione dei corsi dell’Itc (indirizzo tecnico commerciale) seguiti durante il periodo della detenzione. Gli agenti di polizia penitenziaria che nel corso degli anni hanno imparato a conoscerlo l’avevano definito «un detenuto esemplare» con una condotta ispirata a «sincero pentimento». Ritornato completamente libero (gli ultimi mesi di pena li ha scontati in semi libertà) ha comunque preferito fermarsi a Bolzano trovandosi un lavoro. Per il momento pare abbia intenzione di evitare un ritorno a Valle San Silvetro.

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