Durnwalder: "Se il polo tecnologicosi blocca colpa dell'economia"

Il governatore cercherà comunque un compromesso per realizzare l'opera sostenuta dall'assessore Bizzo e avversata da Assoimprenditori. "No capisco _ dice Durnwalder _ il motivo delle critiche"



BOLZANO. «L’economia non vuole il Polo tecnologico? Pronti a dire grazie e arrivederci. Se le imprese non lo vogliono, non lo costruiamo. Ma allora se ne assumano tutte le responsabilità». Così Luis Durnwalder, che cercherà comunque un compromesso.
Sono passati appena due mesi da quando il presidente della Provincia Luis Durnwalder salutava con entusiasmo l’arrivo alla guida di Assoimprenditori Stefan Pan. Ora il clima tra l’economia e la Provincia è decisamente cambiato. Gli imprenditori chiedono più spazio per l’iniziativa privata e su molti temi hanno idee diverse da quelle delle politica e non hanno perso occasione di ribadirlo. L’ultimo scontro, quello sicuramente più forte, riguarda la costruzione del polo tecnologico. Assoimprenditori ha demolito il progetto dell’assessore Bizzo, che era stato approvato in giunta con la benedizione di Durnwalder. Il “Landeshauptmann” ora contrattacca e non risparmia frecciate agli industriali dopo che in giunta provinciale si è nuovamente discusso a lungo del Parco hi-tech che sorgerà all’ex Alumix.
«Davvero - esordisce Durnwalder - non capisco il perché delle critiche dell’economia. O, meglio, di parte dell’economia. Negli anni passati siamo sempre stati accusati di fare troppo poco per l’innovazione, ora ci criticano perché cerchiamo di realizzare una struttura che dovrebbe promuovere gli investimenti in ricerca e sviluppo e creare posti di lavoro qualificati, seguendo l’esempio di molte altre regioni che hanno già un polo scientifico».
Assoimprenditori ha paura che si sprechi denaro e si taglino contributi all’economia...
«Forse ho sbagliato a parlare di un investimento di 100-120 milioni. Ma ho voluto essere trasparente. La spesa sarà quella, ma non pagheremo tutto in un anno, ma in dieci-dodici».
E i contributi?
«Resteranno. Ho l’impressione che gli industriali vogliano che si mettano i soldi solo a disposizione delle loro aziende. Ma le varie Memc, Iveco e Durst hanno già i loro centri di ricerca. Continueremo a sostenerle, come è giusto, ma è nostro compito anche pensare alle aziende minori, che poi sono la maggioranza».
Le critiche di molti imprenditori sono state pesanti, c’è addirittura il timore che il settore pubblico tolga personale qualificato alle aziende...
«Lo dico con franchezza: se l’economia dice che il polo tecnologico non serve, siamo pronti a fermarci. Noi siamo convinti che il Polo sia indispensabile se vogliamo realizzare qualcosa di importante per il futuro, che garantisca ai nostri giovani più qualificati di trovare lavoro e che porti in Alto Adige nuove imprese. L’economia è convinta del contrario? Bene, allora niente Parco ma le imprese si assumano la responsabilità per aver bloccato questo progetto».
Quindi?
«Oggi investiamo solo lo 0,7% del Pil in ricerca e sviluppo quando dovremmo essere al 3%. Questo obiettivo lo vogliamo raggiungere: se non lo faremo col Polo tecnologico, dovranno farsene carico le aziende».

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