bolzano

Durnwalder torna sotto accusa, al via il processo bis per i fondi 

Chiamati a testimoniare in aula 37 testimoni. La difesa: «Dimostreremo la sua onestà e buona fede». I nuovi fatti contestati per presunto peculato riguardano solo tre mesi (da novembre 2012 a marzo 2013)

ACHAMMER. "Durnwalder non meritava tutto questo"


Mario Bertoldi


BOLZANO. Nonostante l’assoluzione ormai passata in giudicato per quattro dei cinque punti di contestazione nel processo del primo troncone sulla gestione dei fondi riservati previsti per legge, l’ex presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder è tornato ieri (15 maggio) davanti al tribunale (presidente Walter Pelino, a latere Secchi e Dorfmann) sostanzialmente per lo stesso impianto accusatorio: si parla ancora di peculato per una somma complessiva di circa 23 mila euro.

Prime “scintille”

Luis Durnwalder ha preferito non presenziare e ha affidato le proprie istanze agli avvocati Aiello e Pfeifer (in sostituzione di Gerhard Brandstätter). In aula non sono mancate le prime “scintille”. La difesa ritiene che sul punto contestato all’ex governatore per un periodo limitato (da novembre 2012 a marzo 2013), la corte di Cassazione si sia, di fatto, già pronunciata a favore dell’imputato (in occasione del processo del primo troncone).

Di avviso diverso è la procura della repubblica, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Igor Secco secondo il quale le nuove contestazioni sono giuridicamente diverse.

Il sistema

In occasione del primo processo fu contestata la presunta illegittimità del sistema della cosiddetta compensazione utilizzata per diversi anni dall’ex governatore per ottenere la restituzione di somme che aveva anticipato di tasca propria per piccole donazioni ad associazioni e cittadini in difficoltà. le cifre venivano recuperate dai soldi pubblici del fondo spese di carattere personale. Questa volta invece Durnwalder è accusato di essersi fatto rimborsare le somme anticipate personalmente, utilizzando la cassa del fondo costituita proprio per dare una disponibilità economica autonoma al presidente. è un reato? Per la difesa assolutamente no, per la procura invece sì, poiché la pubblica accusa ritiene che le spese rimborsate con il fondo non sarebbero state di natura istituzionale.

Numerosi testimoni

Il processo non si preannuncia rapido. I testi citati a deporre sono 37. Ieri ne sono stati sentiti alcuni, che hanno confermato la documentazione a suo tempo presentata dal governatore per ottenere i rimborsi: uno scontrino da 23 euro di un tabacchino in città (forse per acquistare batterie); 448,50 euro spesi in un ristorante di Lagundo per pagare il pranzo ai membri della commissione d’esame per il rilascio dei permessi di caccia; 200 euro elargiti ad una giovane addetta alle pulizie nei palazzi della Provincia che era rivolta all’allora presidente in quanto ragazza madre in forte difficoltà.

La procedura

Piccole somme che l’ex governatore avrebbe gestito «uti princeps», come sostenne la Procura nel primo processo (cioè come un re, in maniera insindacabile). La questione posta dalla Procura non è nuova: anche in occasione delle piccole donazioni a persone in difficoltà le elargizioni sarebbero avvenute bypassando i servizi sociali, che sarebbero stati preposti ad intervenire. La difesa, però, ha sempre sostenuto che Durnwalder era nel pieno diritto di poter operare in questa maniera, poiché le somme messagli a disposizione ogni anno era autorizzata da una legge ad hoc rimasta in piedi per diversi anni.

No al rito abbreviato

Sino ad oggi gli avvocati hanno sempre escluso possibilità di chiudere il nuovo contenzioso con un rito alternativo cioè con una scorciatoia processuale. L’imputato intende infatti utilizzare questo secondo atto d’accusa per dimostrare che nel complesso le contestazioni mosse non hanno e non avevano alcun fondamento (in primo e secondo grado l’ex presidente fu assolto da tutte le accuse ed i seguito condannato solo per uno dei cinque capi d’imputazione) e che nulla può essere attribuito all’ex governatore che si comportò sempre in perfetta buona fede e con estrema trasparenza. Chiedere il rito abbreviato limiterebbe la possibilità della difesa di illustrare le proprie tesi. Ipotesi non percorribile anche per il fatto che nel frattempo l’ex governatore ha inoltrato ricorso alla Corte di giustizia europea.

 













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