Ecco la scuola fatta in casa 

In Alto Adige un centinaio di ragazzi si affida all’«educazione parentale»



BOLZANO. Niente sveglia, niente corsa a scuola e soprattutto niente verifiche a sorpresa: quello che sognano molti ragazzi, soprattutto all’inizio dell’anno scolastico, in Alto Adige è realtà per un piccolo gruppo di bambini istruiti a casa. Un centinaio, infatti, non va a scuola. L’educazione parentale, conosciuta anche come homeschooling, è in crescita nel mondo di lingua tedesca, soprattutto nelle zone rurali. In Austria si registra un vero e proprio boom. Tanti i miti da sfatare. Il primo è quello di una vita senza sveglia. Ad esempio per Sebastian, un ragazzino di quasi 8 anni, la sveglia suona, eccome, addirittura già alle 6 del mattino. Si alza all’alba con i suoi tre fratelli e fa colazione con la mamma, quando il papà è già al lavoro. La madre accompagna poi Fritz, che ha quasi 7 anni, a scuola e Jeremia, 4 anni, all’asilo. Nel frattempo Sebastian inizia i compiti, seduto sul tavolo della stube, l’accogliente cucina del loro maso, in val Sarentino a 1.700 metri di quota. «Nostro figlio Sebastian per un anno e mezzo è andato a scuola, ma era sempre molto stressato e si isolava sempre di più», raccontano i genitori, Magdalena e Sigmund. I due erano in pensiero per il loro primogenito, lo scorso dicembre hanno partecipato a Bolzano a una conferenza di André Stern. L’artista e scrittore francese è considerato l’ambasciatore dell’homeschooling in Europa. I suoi incontri pubblici sono seguitissimi. Sebastian ha una grande passione per la tecnica e il bricolage. In giardino ha costruito una piccola funivia che viene azionata con un vecchio trapano a batteria. Gli piace anche la matematica. Viene istruito da sua madre, un’assistente d’asilo in maternità. Il materiale didattico è quello dei suoi coetanei nelle scuole. Il genitore-maestro deve avere almeno la maturità. In Alto Adige il modello di educazione parentale prevede che ogni bambino abbia una scuola di riferimento e che l’andamento didattico venga verificato con regolarità. L’homeschooling esiste soprattutto nelle zone rurali, mentre nei centri urbani, dove c’è una più ampia scelta di modelli scolastici alternativi, sono meno i genitori che intraprendono questa strada. «Da quando sta a casa - raccontano Magdalena e Sigmund - Sebastian è cambiato in meglio, praticamente da subito, nel giro di una settimana. È un ragazzo aperto, che incontra volentieri gli amici». Il rischio di isolamento per i bambini che non frequentano la scuola è innegabile e viene affrontato dai genitori in vari modi.(s.w.)















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