Errori medici, i risarcimenti non arrivano

L’avvocato Albarello: sempre più casi, per mantenere i premi bassi l’Asl si affida a compagnie assicurative sconosciute


di Davide Pasquali


BOLZANO. Errori medici, le assicurazioni di cui si serve l’Asl troppo spesso non pagano, in particolare quelle cui si affidano gli ospedali altoatesini. La denuncia arriva dall’avvocato bolzanino Serafino Albarello, da anni impegnato sul fronte dei risarcimenti per operazioni finite male, cure sbagliate e via danneggiando.

«È vergognoso - dice - che in una provincia come l’Alto Adige organismi pubblici così importanti si mettano nelle mani di assicurazioni simili. Il problema è che le persone danneggiate spesso non hanno i mezzi economici per affrontare una causa e alla fine ci rimettono».

Le vertenze. «Noi - spiega l’avvocato Albarello - spesso apriamo delle vertenze nei confronti di ospedali che sono organizzati all’interno dell’Asl, per responsabilità medica in operazioni, cure ecc. Noi facciamo tutto quello che è prescritto da parte di chi si ritiene danneggiato: mandiamo la documentazione che comprova le nostre domande, mandiamo anche una perizia tecnico-legale per stabilire cosa è successo, quali sono i danni subiti e chiediamo una risposta: se intendano compensare in qualche modo o iniziare una trattativa sull’argomento».

Continui rinvii. Fino a poco tempo fa, è rimasta in vigore la legge sulla obbligatorietà delle mediazioni. Per cui, «non potevamo iniziare la causa prima di mediare. Dunque, abbiamo anche svolto quest’altra incombenza». «Dopo aver fatto senza esito la corrispondenza, la richiesta di intervento, di prendere posizione eccetera, abbiamo anche chiamato l’Asl, o l’ospedale competente presso cui si erano verificati i fatti. La loro risposta è sempre stata una e solo una. Dopo tutto il carteggio per contestare quanto avvenuto, per chiedere in linea di massima il risarcimento dei danni, l’invito a una trattativa ecc., loro rispondevano: “Noi siamo assicurati presso la compagnia tal dei tali”». Naturalmente, anche questa fase preliminare non aveva un tempo accettabile. «Non ti rispondono, solleciti su solleciti, decine di lettere scambiate». A quel punto, si deve ricominciare tutto da capo, mandando gli atti alla tale assicurazione, «anche se l’Asl dovrebbe già esserne in possesso: dovrebbe essere lei a mandarli alle compagnie!» Ma pur di andare avanti in fretta, «li spediamo noi». L’assicurazione «prende tutti i suoi tempi ecc. ecc. Alla fine rispondono che per loro non è dovuto niente, che è tutto in regola, che non è successo niente. Noi allora ci rivolgiamo all’Asl, che sempre ci conferma: “L’assicurazione ha detto così e noi ci atteniamo a quello che dice l’assicurazione”».

Inutile mediazione. Attualmente, «abbiamo due o tre casi in cui prima di iniziare la causa abbiamo pure fatto la mediazione, che era obbligatoria: tutta la pratica, costosa, versando i contributi ecc. Convocati davanti al mediatore... Loro, un giorno o due prima rispondevano che non avrebbero neppure partecipato. Noi andavamo in riunione, facevamo dichiarare l’esito negativo della mediazione a causa loro e solo a quel punto potevamo avviare la causa».

Assolutamente sconosciute. Oltre a mediazioni e cause, Albarello ha più volte scritto per sensibilizzare, senza però mai ottenere risposta, ad Asl e Provincia: «È vergognoso che ci si affidi ad assicurazioni del genere, sconosciute, piccole, con sedi lontane, e vergognoso è che, conoscendo quali sono le spese e le durate dei processi, le si induca ad assumere un atteggiamento simile». Il problema vero è che «spesso queste persone danneggiate non hanno i mezzi economici per affrontare una causa. A parte i costi i tempi eccetera, ora ci sono i nuovi contributi che si devono pagare, perché adesso iniziare una causa non è gratuito, e il tutto per di più dopo aver pagato per la mediazione, che per fortuna ora è stata dichiarata incostituzionale come obbligatoria».

Vittime. Spesso «le vittime sono gente che non può lavorare, con gravi handicap, gravi menomazioni, anche giovani. È una cosa vergognosa: per noi significa mettere di fronte all’organizzazione sanitaria degli ostacoli per far valere i diritti dei disgraziati, che però in pratica si rivelano o insormontabili o di difficile attuazione». La motivazione del tutto sarebbe economica. «Siccome queste assicurazioni non pagano mai e non garantiscono in pratica niente, chiedono dei premi fra virgolette competitivi. A danno di chi però? Di chi dovrebbe avere dei diritti».

Broker. Ci sono anche diversi casi che riguardano i privati, «ma lì non ne parliamo neanche. Però per enti pubblici seri come quelli altoatesini, le assicurazioni dovrebbero essere di primaria importanza, avere sedi qui, non avere come assicuratore qualcuno che poi, quando si chiede il risarcimento, risponde che lui è solo un broker». E che quindi non paga.

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