Estradato il capo dei naziskin sudtirolesi

Tomboli deve scontare 1 anno e 7 mesi di carcere per violazione della legge Mancino e istigazione all’odio razziale


di Susanna Petrone


BOLZANO. Poco prima delle 8 di ieri mattina, i gendarmi austriaci si presentano al commissariato di polizia del Brennero chiedendo degli agenti della Digos, coordinati da Giorgio Porroni. Poi fanno scendere dal furgone Özer Tomboli. Un volto noto agli inquirenti italiani, visto che si tratta di uno dei capi dei naziskin sudtirolesi. La “testa rasata” di 39 anni, deve scontare ancora un anno e sette mesi di carcere, dopo essere stato accusato di avere violato la legge Mancino e per istigazione all’odio razziale assieme ad altri estremisti che all’inizio del 2000 gravitavano nel Meranese. La Digos ne aveva chiesto l’estradizione.

Tomboli, residente a Innsbruck, nel 2005 aveva patteggiato un anno e sette mesi di reclusione. Era stato condannato al pagamento di oltre a 2 mila euro alla comunità ebraica di Merano, costituitasi parte civile nel maxi-processo. L’ inchiesta venne avviata dalla Procura di Bolzano nel 2001 sulla base della constatazione che in Alto Adige erano aumentate le attività dei gruppi neonazisti dopo lo scioglimento dell’organizzazione skin tedesca “Blut und Boden” (sangue e suolo), che avrebbe “costretto” gli aderenti ad operare nelle aree limitrofe alla Germania, come l’Austria dalla quale, appunto, Tomboli proviene, pur essendo di origine turca.

Il gruppo di skin era finito in manette dopo 5 mesi di indagine. Furono tutti inchiodati, anche grazie ad una serie di intercettazioni telefoniche. In una viene provato l’episodio gravissimo della rissa di Varna, non sfociato in tragedia solamente per il pronto intervento delle forze dell’ordine.

In particolare, Tomboli è stato condannato per aver partecipato al gruppo, "Skinheads Tirol - Sektion Meran", ruotante intorno alla band musicale "Südfront", da ritenersi Sezione della Divisione austriaca dell'Organizzazione internazionale neonazi "Blood&honour", avente tra i propri scopi, stante anche il continuo e manifesto richiamo all'ideologia e simbologia nazionalsocialista, l'incitamento alla discriminazione ed alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi. Inoltre,Tomboli ha incitato a commettere e commesso violenza ed atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici e nazionali, nei confronti di alcuni giovani "skaters" di Merano; in particolare, all’interno di un bar di Merano pronunciavano verso questi ultimi frasi come "Mischling", "Walscher Fock" (“misto” e “bastardo italiano)”, intonando canzoni naziste, colpendo alla testa uno dei giovani con un bicchiere ed aggredendone altri due.

Tomboli con altri skinhead - in un altro episodio- ha poi causato ad un giovane un trauma cranico contusivo sempre con l’aggravante dei motivi razziali. cere di via Dante a Bolzano.

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