Evasione fiscale e pochi controlli È polemica sui «ladini poveri»

Serafini (Uil): «Lavorando su auto di lusso, terreni e seconde case si scopre chi cerca di fare il furbo» Pinzger: «Sorpreso dai redditi modesti nelle valli». Alfreider: «In Badia accesi mutui onerosi»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. L’Alto Adige “maglia nera” nella lotta all’evasione (stando ai dati 2013 dell’Agenzia delle Entrate) stupisce tutti. Albegatori, politici e sindacati. Tutti sono concordi nell’affermare che Bolzano vada considerata, comunque, «una Provincia virtuosa», anche se nessuno riesce a spiegare in modo esauriente perché realtà tradizionalmente considerate ricche o molto ricche (Corvara, Selva Gardena, Ortisei , Badia o Santa Cristina) nella classifica dei redditi dichiarati siano tutte dal trentesimo posto in poi.

Il più perplesso è il segretario provinciale della Uil Toni Serafini, che per il futuro invita a serrare le fila. «Più che fare blitz nei negozi bisognerebbe cercare di incrociare meglio i dati. Basterebbero verifiche sistematiche su terreni, macchine di lusso e seconde case. Per fare questo sarebbe utile firmare una convenzione “ad hoc” con i singoli Comuni. Il rapporto con il Fisco, poi, in generale dovrebbe essere più trasparente. Quanto alle valli ladine devo dire che, in giro, nella zona di Ortisei e Corvara, non ho visto solo Panda, ma tante Mercedes, Bmw e Audi. Voglio dire che vanno controllati bene i ricchi veri e probabilmente bisogna potenziare anche l’organico dell’Agenzia delle Entrate, che qui è decisamente inferiore rispetto a Trento, ad esempio».

Manfred Pinzger, presidente degli albergatori dell’Hgv, si sente di difendere la categoria che rappresenta: «In assoluto posso dire di essere sorpreso dal fatto che in Badia e Gardena i redditi dichiarati siano inferiori a realtà sicuramente meno ricche come Gargazzone, la val di Vizze o Naz-Sciaves, tanto per fare alcuni esempi. Nel merito, però, mi sento di aggiungere che quasi tutti gli albergatori, compresi quelli ladini, per mantenere standard di qualità elevati hanno fatto investimenti, e quindi mutui, particolarmente onerosi. Ciò spiegherebbe, almeno in parte, queste cifre. In generale, poi, il volume d’affari non è un parametro che dice molto: i margini, anche per molti hotel, sono davvero risicati».

Daniel Alfreider, deputato della Volkspartei, ritiene che non siano necessari più operatori. E questo anche se a Trento ce ne sono 400 e a Bolzano 250, restando alla sola Agenzia delle Entrate. «I controlli ci sono. E vi assicuro che sono numerosi. Noi, in Alto Adige, siamo abituati a pagare le tasse. Chi non lo fa costituisce una minoranza davvero esigua. Premesso questo sono convinto che il passaggio dell’Agenzia delle Entrate alla Provincia potrebbe sicuramente giovare, in quanto contribuirebbe a creare un rapporto più diretto con il cittadino. In Badia e Gardena, poi, il 90% dei residenti ha un’attività e ha acceso mutui elevati. Ciò spiega anche le entità apparentemente modeste delle dichiarazioni dei redditi».

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