Famiglie: in Alto Adige la spesa media è di 2.780 euro al mese, 17,9% a rischio povertà

L'annuario statistico dell'Astat conferma che l'Alto Adige ha retto la crisi, ma è calato il Pil (-2,6%) e c'è un 17,9% di famiglie a rischio povertà


Antonella Mattioli


BOLZANO. Da 837 a 2.784 euro. La spesa media mensile delle famiglie altoatesine è più che triplicata dal 1984 al 2009. L'annuario statistico dell'Astat conferma che l'Alto Adige ha retto la crisi, ma è calato il Pil (-2,6%) e c'è un 17,9% di famiglie a rischio povertà. Dalla pubblicazione di oltre 500 pagine, presentata ieri dal presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder e dal direttore dell'Astat Alfred Aberer, esce la fotografia dell'Alto Adige riferita al 2009, l'anno nero della crisi: cifre e grafici descrivono molto dettagliatamente la vita sociale ed economica della provincia. IL CARO VITA. Nel 2009 le famiglie altoatesine hanno sborsato in media 2.784 euro al mese per la spesa. L'aumento, molto probabilmente, ha almeno due tipi di spiegazione. La prima è il costo della vita che è più alto che altrove: a partire dalla casa passando per la tazzina del caffè, per arrivare ai prodotti alimentari e servizi. La scarsa concorrenza - soprattutto nel settore alimentare - contribuisce a tenere alti i prezzi. Di qui la richiesta di un centro commerciale che contribuisca ad aumentare l'offerta, riducendo i prezzi. Capitolo a sé merita la casa: i prezzi restano alle stelle sia per quanto riguarda l'acquisto che l'affitto. Con la crisi molte famiglie non sono più riuscire a pagare il mutuo. Ma l'aumento della spesa media delle famiglie altoatesine è sicuramente legato anche ad una crescita dei consumi che è di tipo quantitativo oltre che qualitativo. La conferma arriva anche da Mediaworld, il colosso dell'elettronica che ha aperto a settembre a Bolzano: gli altoatesini spendono in media più che altrove, però sono molto esigenti per quanto riguarda la qualità di prodotto e la marca. FAMIGLIE POVERE In base ai dati dell'Astat il 17,9% delle famiglie è a rischio povertà anche dopo l'erogazione delle prestazioni sociali (17,3% nel 2003). Percentuale destinata ad aumentare del 7,4% se gli aiuti economici non ci fossero. La crescita delle famiglie in difficoltà va letta prendendo in considerazione due indicatori: l'aumento dei disoccupati e dei divorzi. Per la prima volta, nel 2009, il tasso di disoccupazione in Alto Adige arriva a sfiorare il 3%, comunque nonostante il dato negativo è quello migliore registrato a livello europeo: meno della metà della percentuale nazionale (7,8%) e di quella germanica (7,5). I settori che hanno risentito maggiormente della crisi sono stati industria (-10%), servizi e costruzioni (-2%), bene invece l'agricoltura (+1,5%). La crescita delle famiglie a rischio povertà va comunque letta assieme al dato relativo ai divorzi: nel 1984 sono stati 160, cifra quasi triplicata nel 2009 (476). A pagare il prezzo più alto al fallimento dei matrimoni sono soprattutto gli uomini. FERTILITÀ. Cala la fertilità, ma la popolazione altoatesina ha superato per la prima volta la soglia dei 500 mila abitanti grazie all'aumento degli immigrati. In 25 anni la popolazione residente è cresciuta del 16,4%: gran parte dell'aumento è dovuto all'arrivo degli stranieri, che da 3.500 circa della metà degli anni'80 sono passati ai 39.1532 della fine del 2009.

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