Fedriga: «Lega, autonomisti doc» 

Il presidente del Friuli Venezia Giulia lancia i candidati: «Il Pd ha paura di perdere il potere»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Massimiliano Fedriga a 38 anni è presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ed è già stato capogruppo della Lega alla Camera. È il primo big che arriva per la campagna elettorale della Lega. Usa la sua storia come un trainer motivazionale per i leghisti altoatesini che scommettono sul proprio lancio (oggi non sono presenti in consiglio provinciale), puntando direttamente alla giunta provinciale: «Quando sono entrato nella Lega, a Trieste la massima aspirazione era diventare consigliere di quartiere. Massimo rispetto per gli amici leghisti delle valli bergamasche, ma so cosa significa lavorare partendo da piccoli numeri». Per Fedriga ieri pomeriggio si è riempita la sala all’hotel Laurin e la Lega ha provato a mostrare il viso dell’unità, nonostante la guerra atomica per le preferenze, con il gruppo del capolista Massimo Bessone da una parte e la coppia Carlo Vettori-Giuliano Vettorato dall’altra (l’assessore di Laives può essere un aspirante alla giunta). Tra il pubblico c’è Elmar Pichler Rolle. L’ex Obmann della Svp spiega: «Sono qui per ascoltare». C’è anche il sindaco di Laives Christian Bianchi, che partecipa agli eventi di tutte le liste di centrodestra («bisognava fare l’alleanza»). Bessone, commissario, ripete le ragioni della mancata alleanza di centrodestra: «Non volevamo fare da taxi per persone pronte a scaricarci subito dopo l’elezione». Massimiliano Fedriga benedice la scelta. Ascolta la presentazione dei candidati: «Vedo persone del gruppo italiano, sudtirolesi e un ladino. Questo è il territorio e questa è la Lega. Non si può imporre il medesimo modello ovunque. Anche per le alleanze vanno rispettate le specificità del territorio». Il tema vero è il rapporto con la Svp, ma tutta la Lega assicura che i discorsi inizieranno il 22 ottobre, contati gli eletti. «L'obiettivo deve essere migliorare l'amministrazione del territorio e non solo una gestione del potere. Purtroppo ci eravamo abituati a livello nazionale che le alleanze si facevano con quello che si aveva e non quello che si voleva garantire ai cittadini», dice Fedriga. Il Pd, dicono, «ha solo paura di perdere il potere». E sempre il Pd viene accusato di alto tradimento rispetto alla autonomia. Dice Fedriga: «Guardate che differenza con il nuovo governo, che vuole dare più autonomia alle regioni ordinarie, livellandole verso l’alto. La riforma costituzionale del Pd avrebbe distrutto le regioni speciali. Il primo passo era svuotare i poteri delle regioni ordinarie, poi sarebbero passati a noi delle regioni speciali». Il deputato Filippo Maturi descrive Bolzano come la città del degrado: «Cambiare si può, pensiamo a Laives». Fedriga parla molto di immigrazione, ringrazia il ministro Salvini per i rinforzi sui controlli di frontiera a est, «ma noi abbiamo mandato le guardie forestali nei boschi e abbiamo fermato molti passeur». Fedriga condivide il decreto Salvini che ridimensiona l’accoglienza diffusa Sprar: «Meglio i centri per il rimpatrio: sono tutti sotto controllo». La A22 e la A4 nel territorio friulano passeranno alla gestione pubblica-locale: «È la soluzione migliore». L’Ue è matrigna: «La percentuale debito-pil non è stata garantita da nessun governo di centrosinistra. Oggi queste risorse vengono date per dare risposte ai cittadini e rilanciare i consumi interni, mentre prima venivano date per garantire le banche».

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