L'intervista

«Fenomeni estremi sempre più frequenti: minaccia epocale» 

Il climatologo Luca Mercalli torna a mettere in guardia circa i rischi provocati anche in Alto Adige dai cambiamenti climatici


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Due ruscelli che, trasformati da un improvviso nubifragio, diventano nel giro di pochi minuti torrenti in piena e in Val Pusteria si sono portati via undici ponti. Due alluvioni in un mese in Romagna, arrivate dopo 15 mesi di scarsissime precipitazioni, come non succedeva da anni; un luglio con 48 gradi in Sardegna; gradine da un chilo che si abbatte su case, auto, coltivazioni lasciando, tutt’intorno, devastazione e danni per milioni di euro. E questo solo riferito all’Italia; ma il problema ormai è globale. Detto questo, cosa serve ancora, per dimostrare che il cambiamento climatico in atto, non da oggi per altro, mette a rischio la sopravvivenza stessa dell’uomo sulla terra?». Luca Mercalli, meteorologo, climatologo, divulgatore scientifico, queste cose le ripete da anni.

Ma i suoi appelli, come quelli di tanti suoi colleghi, finora sono caduti nel vuoto. Perché è vero che dei cambiamenti climatici oggi ci riempiamo tutti la bocca - ammettendo che certi fenomeni non si erano mai visti prima d’ora - pochi però sono davvero disposti a cambiare stile di vita. Tra i motivi ci sono sicuramente i costi elevati della rivoluzione green, cui si aggiungono comodità e abitudini consolidate alle quali è dura rinunciare.

Per cui dottor Mercalli fa comodo credere che chi come lei, da anni ormai lancia l’allarme, esageri e sia in realtà un catastrofista.

Non c’è nessuna esagerazione: la situazione, purtroppo, è di una gravità estrema. Il termine catastrofista non va più usato, perché potrebbe indurre qualcuno a credere che in fondo non sia proprio così. Voi giornalisti avete un ruolo importante: la gente deve sapere come stanno realmente le cose e a quali rischi stiamo andando incontro. Del resto, quando lei ha un problema di salute, va dal medico che le dice come stanno realmente le cose e le consiglia la cura; o dall’amico che la tranquillizza e le suggerisce di andare avanti come ha sempre fatto?

Però bisogna ammettere che eventi estremi come temporali violenti, grandinate forti, vento ci sono stati anche in passato.

Infatti non ho detto che quello che sta succedendo sia tutto e solo colpa del cambiamento climatico. Certi eventi ci sono sempre stati, ma il cambiamento climatico in atto sta aumentando la frequenza e la violenza con cui si verificano. Per cui dal sole si passa in un attimo al nubifragio che, in pochi minuti, scarica l’equivalente di acqua che cade in un mese. La grandine, che prima aveva le dimensioni di una noce, oggi arriva a pezzi della grandezza di un chilo. Il vento che soffiava a 100 chilometri orari, adesso raggiunge punte di 120, scoperchia tetti e devasta intere foreste, come è successo con Vaia in Val di Fiemme.

L’impressione è che si sia difronte ad un’accelerata.

Non è un’impressione, ma una certezza. Del resto, noi lo avevamo previsto da anni. Adesso data la gravità della situazione sono intervenuti anche il Papa, il capo dello Stato Mattarella e cosa che mi ha stupito, addirittura Biden, il presidente degli Stati Uniti, che ha definito il cambiamento climatico una minaccia esistenziale.

E quindi cosa si può fare, per invertire la rotta?

Bisogna ridurre le emissioni dei gas serra per evitare di peggiorare ulteriormente la situazione. Ma non è che si “guarisce” il danno provocato finora.

Una cura quella proposta non facile da attuare.

Non abbiamo alternative. È come quando un medico ti dice: se non ti operi, domani sei morto. La situazione è questa, non a caso - ripeto - il presidente degli Stati Uniti ha parlato di minaccia esistenziale. Più chiaro di così.

 













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