Finito il calvario di Christel, ora l'inchiesta
E' morta la donna colpita da setticemia in ospedale. Presentato un esposto penale
BOLZANO. Il calvario di Christel Siering, la donna di 62 anni di San Giacomo colpita da setticemia dopo un intervento chirurgico, si è concluso. La paziente è spirata ieri mattina dopo che da diverse settimane la situazione era considerata clinicamente senza speranza. Il dramma è destinato a finire al vaglio della magistratura. Un paio d'ore dopo il decesso, infatti, l'avvocato Alberto Valenti - su mandato del marito della vittima - ha depositato in Procura un esposto per omicidio colposo a seguito del quale il sostituto procuratore Axel Bisignano ha disposto l'effettuazione dell'autopsia, affidandola ad un anatomopatologo esterno all'ambiente ospedaliero bolzanino. Roberto Benetti, che ha vissuto accanto alla moglie tutto il dramma, accusa senza mezzi termini i sanitari dell'ospedale di Bolzano. Christel Siering si sottopose ad intervento chirurgico per l'asportazione di un piccolo tumore maligno al seno destro. L'asportazione del carcinoma riuscì perfettamente e tutti gli esami diagnostici di controllo indicarono l'assenza di cellule tumorali in circolazione. Fu però il decorso post operatorio a innescare quella che sarebbe diventata una trappola mortale. Tutto ebbe origine da un vistoso ematoma di colore viola provocato da una emorragia che si sviluppò sui due seni e sulla parte posteriore della scapola destra. Dopo cinque giorni la paziente venne dimessa dall'ospedale con la raccomandazione che l'ematoma avrebbe dovuto essere costantemente controllato perchè c'era il pericolo che si trattasse degli effetti di una infezione o di una trombosi. Secondo il marito della donna, la situazione non sarebbe stata affrontata con la necessaria attenzione da nessuno dei medici che seguirono l'evoluzione post operatoria. Nessuno dei sanitari intervenuti, stando alle accuse dei familiari di Christel, riuscì a capire la gravità della situazione: la parte colpita dall'ematoma, infatti, si era gonfiata ed il dolore al braccio era sempre più forte. Nonostante questo alla malcapitata fu prescritto semplicemente un massaggio linfodrenante. Il 16 gennaio scorso la situazione precipitò: la donna venne ricoverata in ospedale per vomito, diarrea e febbre alta. La diagnosi fu raggelante: setticemia e trombosi al braccio sinistro. Da quel momento la disavventura della signora Christel diventò un calvario. Per mesi la donna venne sottoposta a terapia intensiva. Per continuare a sperare alla poveretta vennero asportati tre arti ormai andati in cancrena: alla poveretta vennero asportati entrambi i piedi e la mano sinistra. La situazione risultava talmente compromessa che sopraggiunse anche la degenerazione del sistema nervoso periferico e dei muscoli. Per mesi la donna, completamente paralizzata, fu costretta a respirare tramite un sondino. Da alcune settimane era in coma irreversibile.