Folla da Cappelli per Ianniello

L’«ispettore Nappi» è tornato in Alto Adige per presentare il suo primo romanzo



BOLZANO. Alcuni sono arrivati per lo scrittore, lo sceneggiatore, il traduttore, il regista, l’attore teatrale (cresciuto alla scuola di Vittorio Gassman prima e dei fratelli Servillo poi) e il personaggio capace di conquistare Nanni Moretti (era in Habemus Papapam e ad aprile sarà nel prossimo film morettiano). Molti - i più - sono arrivati invece per il mitico commissario Vincenzo Nappi, popolarissimo protagonista, accanto a Terence Hill, di “Un passo dal cielo”, fortunata serie televisiva rigorosamente “made in Alto Adige”. Tutti, alla fine, se ne sono andati soddisfatti dopo aver fotografato, abbracciato, letto (visto che le copie sono esaurite in pochi minuti la lettura è assicurata) e soprattutto “conosciuto” - attraverso le sue parole - il romanziere che non t’aspetti: Enrico Ianniello. A porgli una serie di domande sul suo libro (La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin - Feltrinelli), in una libreria Cappelli prossima all’esplosione per eccesso di successo, il nostro direttore Alberto Faustini.

Le domande e le pagine del libro sono servite a Ianniello per parlare di un romanzo di formazione, di una storia sull’Italia della fine degli anni Settanta e Ottanta, di Pertini, Berlinguer e Pasolini, del rapporto fra genitori e figli, dell’uso delle parole, del terremoto, di un paese vero (Mattinella) ma così straordinariamente normale, per un’azzeccata scelta dell’autore, da risultare un pezzo della fiaba alla quale l’attore-scrittore ha lavorato fra un palcoscenico e una ripresa. La lettura lascia una profonda «trisfelicità», parola presa a prestito da Quirino Raggiola, padre del protagonista del libro, Isidoro: si ride, si sorride, si corre fra parole inventate e tra fischi speciali, ma ci si commuove e si riflette. E ieri Ianniello ha fatto esattamente questo: ha usato le parole, ha letto, ha scherzato, ha commosso, ha fatto riflettere. «Un attore è un giocatore che gioca con le parole e con le storie - ha detto - e che può affidare ad un cieco il compito di vedere meglio la realtà o ad un bambino che fischia e non parla il compito di spiegare meglio le cose». Ianniello ha parlato anche di sé stesso, del rapporto con suo figlio, di Gabriella, altoatesina conosciuta sul set e oggi sua compagna, e di questa terra («Guardate che sul set lavoro come un pazzo»). Poi applausi (per lui) e firme e foto (per tutti).

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