Fontana all'asta, la Provincia sapeva

I Beni culturali: «Tutelato l'edificio ma non il capolavoro. Trattativa impossibile»


Fabio Zamboni


BOLZANO. I proprietari del bassorilievo di Lucio Fontana rimosso dalla hall dell'Hotel Alpi e poi venduto all'asta da Christie's per 630 mila euro, sono stati molto più veloci della Provincia. Nel senso che mentre negli uffici dei Beni culturali si discuteva di come mettere sotto tutela lo storico albergo di Via Alto Adige arrivato al traguardo dei 50 anni, e studiava se e come prendere in considerazione l'opera d'arte, la società Nuovi Alberghi Spa della famiglia Collini, originaria di Pinzolo, Trentino, ma trapiantata da anni a Milano, si portava via il capolavoro e lo piazzava tranquillamente. Mistero sull'acquirente.

«In Alto Adige - ci spiega Leo Andergassen, direttore di ripartizione dei beni artistici della Provincia - si possono mettere sotto tutela edifici che abbiamo compiuto almeno 50 anni, nel resto d'Italia 70. Dunque stavamo considerando l'Hotel Alpi, e lo abbiamo già fatto con l'edificio adiacente, entrambi di interesse artistico. Molto più difficile tutelare un'opera d'arte che sta all'interno, sulla quale il proprietario ha mano libera. E comunque non c'è stato modo di parlare con la proprietà. Noi lo abbiamo saputo quando è stato messo all'asta.

Per Bolzano è una grossa perdita». Un blitz di cui era a conocenza il gestore dell'hotel, Francesco D'Onofrio: «Mi sento un po' orfano. Anche perché sono l'unica persona che si è mossa per resistere almeno un po': ho fatto di tutto per cercare di convincere la proprietà a desistere, a tentare un'altra strada, a far restare l'opera a Bolzano, se non proprio nel mio hotel. La ceramica doveva restare a Bolzano perché era nata proprio qui, commissionata nel 1957 proprio per l'Hotel Alpi. Quindi è nata per stare lì». Si è rivolto ai politici locali? «No, la proprietà mi ha, diciamo, scoraggiato dal farlo. E io ho dovuto stare zitto, del resto si tratta di un oggetto privato».

E adesso cosa c'è al posto dell'opera d'arte? La colonna su cui c'era il Fontana è stata ritoccata ed è diventata una semplice colonna, come le altre. Il problema è che dovremo anche cambiare i depliant, sui quali campeggiava la foto del bassorilievo». Il parere degli esperti altoatesini. La gallerista Antonella Cattani: «Mi ero accorta della sparizione a inizio estate, ma alla reception non mi sapevano dire nulla. E ora leggo sul giornale che è finita all'asta. Un peccato: era un pezzo di storia bolzanina. Del resto il proprietario poteva farlo... Il prezzo? Mi sembra adeguato».

Letizia Ragaglia, direttrice di Museion: «Sarebbe stato bello averlo nella nostra collezione. Oppure lasciarlo dove stava e inserirlo in un percorso artistico cittadino. Della sparizione mi sono accorta a mie spese: in settembre avevo invitato alcuni ospiti a vederlo e la sorpresa era stata davvero clamorosa. Non c'era più...». L'assessore comunale alla Cultura Trincanato: «Una grande perdita, senza dubbio. Ma si poteva fare poco per fermarne la vendita, essendo di proprietà privata. Solo la Provincia avrebbe forse potuto bloccarlo, forse».













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