Frane: i droni e i software della Cartorender aiutano a mettere in sicurezza il territorio
La start-up del Tis ha elaborato ricostruzioni in 3D per l’ufficio geologia della Provincia. Studiati i casi della val Badia e di Termeno
Il masso rotolato sul fienile a Termeno o il milione di metri cubi di materiale che ha distrutto quattro case in Val Badia a dicembre 2012: queste sono solo due delle frane che la Cartorender, start-up nel TIS, ha fotografato per l’Ufficio Geologia della Provincia di Bolzano. Grazie alle ricostruzioni in 3D elaborate dall’azienda si è potuto così mettere in sicurezza le zone franate.
I modelli tridimensionali delle zone franate sviluppati dalla Cartorender hanno permesso di posizionare mucchi di terra, i cosiddetti valli, e le barriere paramassi nei punti più adatti per impedire l’ulteriore spostamento di materiale. «Fotografiamo le aree franate da tutte le angolazioni» spiega Loris Trentin, co-fondatore della start-up «poi mettiamo insieme tutte le foto e creiamo un modello tridimensionale perfettamente in scala che in pochissimi giorni è a disposizione dei geologi». L’azienda ha inventato un sistema integrato di misurazione e rilevamento topografico denominato Terrain Image Modeling (T.I.M.) che permette di risparmiare tempo e soldi. Il processo di rilevazione tradizionale prevede infatti l’uso di costosissime attrezzature a laser e tempistiche molto più lunghe. Grazie all’uso di droni radiocomandati e di vari software per l’elaborazione dei dati raccolti sul campo, la Cartorender riesce a ridurre non solo i costi fino al 70% rispetto al metodo tradizionale, ma anche i tempi per il cliente finale.
«La giovane azienda, grazie alle competenze dei due soci Loris Trentin e Manuel Bortolameolli, riesce a far fronte alle urgenze in pochissimo tempo» spiega Petra Gratl, Manager dell’Incubatore d’imprese del Tis.