Freiheitlichen, inizia il «processo» sul flop «Non hanno creduto alla nostra opposizione»
BOLZANO. I Freiheitlichen hanno iniziato l’auto processo sul clamoroso flop elettorale. Erano il secondo partito in consiglio provinciale con sei eletti e il 17,9% dei voti, sono precipitati al...
BOLZANO. I Freiheitlichen hanno iniziato l’auto processo sul clamoroso flop elettorale. Erano il secondo partito in consiglio provinciale con sei eletti e il 17,9% dei voti, sono precipitati al quinto posto, con il 6,2% e due soli eletti (Ulli Mair e l’Obmann Andreas Leiter Reber).
Il partito fondato da Pius Leitner è passato da 51.510 voti a 17.620 (meno 33.890).
Sono state elezioni fatali per tutta la destra tedesca: fuori dal Consiglio Andreas Pöder (BürgerUnion), ridotti da tre a due eletti i secessionisti della Stf. Leiter Reber ha riunito l’altra sera la direzione dei Freiheitlichen. «Da un colpo simile non si esce facendo finta di nulla e nemmeno minimizzando», è la sua posizione. I Freiheitlichen possono ripartire, «ce l’hanno nel Dna», dice, «ma prima bisogna fare sul serio». Leiter Reber ha messo a disposizione il proprio mandato come Obmann e come consigliere provinciale. «Dobbiamo avere una discussione aperta su tutto, su quello che siamo e sui nostri ruoli», spiega. Dopo l’altra sera si proseguirà con incontri nei territori, con i funzionari e gli iscritti. I Freiheitlichen stanno cercando di capire due cose: le ragioni della sconfitta e i flussi dei loro voti in uscita.
Una prima valutazione sui voti sta circolando. La stima è di due seggi ceduti al Team Köllensperger, uno alla Svp e il resto dei voti suddivisi tra Lega e Stf (marginalmente).
Questa la sintesi estrema di Leiter Reber sulla sconfitta storica: «Gli elettori non hanno più creduto in noi come titolari di un vero lavoro di opposizione alla Svp». È oggettivo che con sei eletti nella scorsa legislatura i Freiheitlichen avrebbero potuto procurare molto più fastidio alla Svp. Non è accaduto, è stato detto l’altra sera, perché il partito è stato assorbito dagli scandali. La legislatura è iniziata con il caso dei vitalizi d’oro, poi è arrivato il processo sull’utilizzo dei fondi del gruppo consiliare, che ha portato Leitner alle dimissioni. «Poi ci sono stati i dissensi all’interno del gruppo consiliare», elenca ancora Leiter Reber, «che hanno assorbito altre energie». Per un anno, dice, «ho lavorato come Obmann, ma non sono riuscito a rinnovare il partito come avrei voluto». La guerra interna è terminata con l’esclusione dalla lista del consigliere Roland Tinkhauser, l’autoesclusione di altri candidati, il gelo con i consiglieri Walter Blaas e Tamara Oberhofer. Migliaia di voti sono andati alla Svp o a una forza più moderata come il Team Köllensperger. Non è questa la prova che la nuova gestione di Leiter Reber e del segretario organizzativo Florian von Ach ha spostato troppo a destra il partito? «Ho le mie idee, ma sono un liberale», risponde, «Comunque, come detto, ho chiesto una discussione senza tabù». (fr.g.)