Furti per 100 mila euro, sei in carcere

Prendevano di mira le auto in sosta nei parcheggi e nei piazzali davanti alle funivie. Messi a segno 23 colpi in provincia


di Susanna Petrone


BOLZANO. Sono accusati di aver messo a segno 23 furti in tutta la provincia, ma al loro attivo ci sono anche due tentati furti e cinque prelevamenti con l’uso di carte bancomat rubate. Grazie ad una serie di appostamenti i carabinieri di Merano e Bolzano hanno sgominato una banda composta da sei nomadi, accusata di aver rubato merce per un totale di 100 mila euro. Sono finiti dietro le sbarre Nicola Longobardi, autotrasportatore di 29 anni residente a Pergine Valsugana - che secondo i militari sarebbe la mente della banda - la fidanzata bolzanina di 29 anni Madischa Remondini, la zia di quest’ultima, Angela Remondini di 44 anni e i suoi cugini Manolo Hudorovic, 24 anni e Maik Remondini, 21 anni. In manette anche Gianluca Focaccia, 33 anni, di Cadine.

L’inchiesta. L’indagine è partita a giugno ed è stata coordinata dal sostituto procuratore Igor Secco. La banda ha messo a segno i colpi con una rapidità impressionante e nel corso dei “raid” sapeva esattamente cosa fare e come farlo. I sei sono stati capaci di commettere anche 3-4 furti su auto in sosta nel giro di 5-10 minuti, spesso a poche decine di metri dalle vittime, del tutto ignare di ciò che stava accadendo. Dopo una serie di furti, i carabinieri, coordinati da Giuliano Polito, hanno scoperto il modus operandi dei ladri: prendevano di mira parcheggi e funivie, dove turisti ed escursionisti lasciavano l’auto per qualche ora per fare una passeggiata. I carabinieri hanno previsto una serie di servizi di osservazione nei pressi delle aree di sosta maggiormente utilizzate da turisti e residenti. Gli uomini dell’Arma sono riusciti così a dimostrare e documentare 23 furti e nei giorni scorsi hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal giudice per le indagini preliminari Walter Pelino.

Gli arresti. Contestualmente, sono state eseguite numerose perquisizioni domiciliari tra Bolzano e Merano, durante le quali è stato possibile recuperare e sequestrare un consistente numero di oggetti frutto dell’attività illecita, fra cui denaro contante, computer, tablet, cellulari, borse griffate, orologi, gioielli, piccoli elettrodomestici e documenti oltre a un potente fuoristrada usato dalla banda per i vari spostamenti per un valore complessivo ben oltre i 30 mila euro. I sei nomadi devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata al furto aggravato. Lo stesso procuratore capo Guido Rispoli si è detto soddisfatto dell’esito dell’indagine: «Capisco che i cittadini siano preoccupati, ma possiamo garantire che questa banda resterà in carcere».

Le prove a carico dei sei sembrano, infatti, inattaccabili.

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