il caso

Giro di vite sui padri morosi: ora si rischia il carcere

Ai separati che omettono di versare gli alimenti al coniuge per i figli. Nei giorni scorsi è stata negata la sospensione condizionale della condanna


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Giro di vite del tribunale di Bolzano nei confronti dei padri separati che non versano regolarmente all’ex coniuge gli alimenti previsti in fase di separazione o divorzio per l’aiuto al mantenimento dei figli. Il mancato versamento dei contributi di sostegno alla famiglia configura il reato di cui all'articolo 570 del codice penale che prevede una pena sino ad un anno di reclusione.

Spesso a segnalare situazioni ormai in conflitto con il codice penale è la Provincia autonoma di Bolzano che solitamente interviene per un certo periodo a sostegno del nucleo familiare in difficoltà.

In sostanza a fronte della richiesta di aiuto di una donna separata o divorziata (che si trova improvvisamente a far fronte al mancato versamento dei contributi economici del coniuge separato) la Provincia - sulla base di una disposizione di legge - interviene anticipando le somme che l'ex coniuge non versa segnalando poi alla Procura della Repubblica la situazione .

Molte volte è proprio sulla base delle segnalazioni inviate dalla Provincia in Procura che viene avviato il procedimento penale. In passato sono stati numerose le assoluzioni qualora il padre inadempiente fosse riuscito a provare l’impossibilità materiale a far fronte al versamento, spesso per effetto della crisi e per essere rimasto senza lavoro.

Ora però le maglie della giustizia sembrano essersi ristrette. I giudici stanno dimostrando di considerare il reato decisamente grave sotto il profilo sociale e quindi chi si trova a rispondere del mancato versamento degli alimenti pattuiti, se non dimostra un impedimento di forza maggiore, si trova a dover fare i conti con la mancata concessione della sospensione condizionale. Nell’ultima settimana sono state due le condanne a 20 giorni di reclusione senza condizionale (e con una multa di 140 euro). Dunque se la sentenza dovesse diventare definitiva , i padri morosi sarebbero costretti a fare istanza al tribunale di sorveglianza per cercare di essere ammessi ai servizi sociali in prova.

Ovviamente prima di rischiare concretamente la galera la strada è ancora lunga. Resta comunque il fatto che il padre moroso condannato si troverà nelle condizioni di dover impugnare la sentenza in appello per forza di cose se non vorrà che diventi definitiva.

Il giro di vite in tribunale si è reso necessario anche perchè a Bolzano sono decine i casi segnalati puntualmente alla Procura della Repubblica direttamente dalla Provincia autonoma che interviene a sostegno del coniuge più debole. Anche in Alto Adige sta accadendo sempre più spesso che le disposizioni del giudice, stabilite in fase di separazione, non vengano rispettate.

Si tratta anche di una conseguenza diretta del periodo di difficoltà economica generalizzata con un calo un po’ per tutti delle disponibilità finanziarie.

Tra il resto la situazione in Alto Adige risente anche del fatto che i parametri applicati dai giudici (per mantenimento di ex moglie e dei figli) sono più alti rispetto al resto d'Italia in sintonia con il costo della vita in provincia di Bolzano. Il contributo di mantenimento di un figlio in Alto Adige, ad esempio, non è mai inferiore a 250 euro. E sono sempre numerosi coloro che pensano di...fare i “furbetti”.













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