e l’anpi attacca la lega 

Gli operai bolzanini vittime da ricordare

BOLZANO. Sulla presenza massiccia della Lega alle cerimonie di ieri interviene anche l’Associazione partigiani. «Il presidente Kompatscher ha pronunciato parole importanti e coraggiose, di cui lo...



BOLZANO. Sulla presenza massiccia della Lega alle cerimonie di ieri interviene anche l’Associazione partigiani. «Il presidente Kompatscher ha pronunciato parole importanti e coraggiose, di cui lo ringraziamo con la speranza che seguano atti e politiche conseguenti. Sarebbe stato opportuno che anche altri che hanno voluto partecipare alle cerimonie fossero conseguenti e si scusassero per le politiche fondate su odio e paura di cui sono portatori che stanno minando la convivenza civile e la coesione sociale come denunciato dal sindaco, dal cantore della comunità ebraica e dal vicepresidente della giunta provinciale - così l'Anpi del Trentino Alto Adige -. Il 27 gennaio è necessario rinnovare l'impegno per mobilitare la memoria di tutte e di tutti, istituzioni, società, cittadine e cittadini».

Come è stato detto ieri più volte è importante ricordare i nomi delle vittime. Ieri sono stati pronunciati i nomi di Tullio Degasperi, 39 anni, operaio alla Magnesio, braccio destro di Manlio Longon. Erminio Ferrari, 40 anni, pompiere. Decio Fratini, 40 anni. dirigente della Ceda. Walter Masetti, 35 anni, operaio della Lancia. Adolfo Berretta, 55 anni, gestore della trattoria «Val d'Ega» a Cardano. Gerolamo Meneghini, 33 anni, operaio alla Feltrinelli. Romeo Trevisan, Operaio Lancia. Sono i sette lavoratori della Zona industriale caricati in via Pacinotti sui vagoni destinazione Mauthausen il 1. febbario del 1945. Non sono mai più tornati, morti nel campo satellite di Gusen. Ieri sono stati ricordati insieme a Manlio Longon in cimitero davanti alla stele che li ricorda. Una tappa irrinunciabile nel giorno della Memoria, anche perchè, come detto più volte dal presidente emerito dell’Anpi, Lionello Bertoldi: «La città non troppo spesso si dimentica di loro». Ai sette operai è stato rivolto un pensiero anche alla deposizione delle corone sui binari di via Pacinotti. Da lì infatti partivano gli internati del campo di via Resia verso i lager in Germania e in Polonia. A proposito di “dimenticati”, da annotare che ieri alle cerimonie era presente anche Marco Cavattoni, figlio di Andrea, il partigiano Dighe, uno dei superstiti della strage degli operai del 3 maggio 1945 che da anni si batte perché le vittime e i sopravvissuti di quella terribile giornate vengano ricordati con una targa che elenchi, appunto, tutti i nomi.















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