Gli sciamani si difendono: «Niente spaccio»

L’avvocato Boscarol annuncia la strategia: «Era solo promozione di una filosofia di vita»



BOLZANO. Nessuno spaccio di stupefacenti ma semplicemente promozione di una filosofia di vita , al confine con i sentimenti religiosi. E’ questa la strategia difensiva dei due indagati finiti nei guai dopo il blitz dei carabinieri di qualche giorno fa in un maso di Collepietra, il Fuchshof. Sono accusati di detenzione di sostanze stupefacenti ed esercizio abusivo della professione sanitaria. Uno dei due indagati, Bruno Defant, trentino dipendente della Provincia di Bolzano, ha nominato ieri difensori di fiducia gli avvocati Marco Boscarol e Cristian Aureli. «Quando sono arrivati i carabinieri al maso - ricorda l’avvocato Marco Boscarol - erano in corso terapie di lettura e di ascolto di musica. L’attività che viene promossa non è certo improntata sulla vendita di sostanze proibite ma su un lavoro di introspezione psicologica per superare blocchi mentali, debolezze, fobie, paure interiori». Bruno Defant, dipendente della Provincia di Bolzano, laureato in fisica, non intende accettare il sospetto che l’attività messa in atto al Fuchshof possa essere considerata spaccio di sostanze stupefacenti col fine ultimo di far quattrini. Non sarà una difesa facile ma i due avvocati bolzanini si stanno già preparando a dar battaglia.

«Il mio cliente - spiega l’avvocato Marco Boscarol - ha conosciuto questo mondo facendo un viaggio in Brasile. Tutta l’attività è collegata allo studio di queste filosofie di tribù originarie amazzoniche che riescono a superare i loro problemi cercando di scavare nella psiche di ognuno grazie all’utilizzo anche di sostanze naturali particolari, richiamandosi alla fede nel Santo Daime, una religione legata alle tradizioni sciamaniche».

Secondo l’accusa i carabinieri li hanno colti nel maso mentre somministravano ad una decina di "adepti" unguenti e polveri psicoattive sostenendone le proprietà curative e rigeneranti tutte da dimostrare. Alcune si queste sostanze sono però ricomprese nella tabella 1 allegata alla legge antidroga attualmente in vigore. «Loro però non erano lì per vendere queste sostanze - puntualizza l’avvocato Boscarol - oltrettutto un paio di sentenze della Cassazione (del 2005 e 2007) le ritengono non punibili proprio perchè associate ad una dottrina filosofica e religiosa». (ma.be.)

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