Gli studenti in cattedra: lezioni su Batman e Freud

All’istituto Gandhi è autogestione. Per due giorni il programma deciso dai ragazzi Ma non tutti hanno aderito: in 150 hanno preferito seguire la normale attività


di Simone Facchini


MERANO. Studenti in cattedra al posto dei docenti, materie ben diverse da quelle canoniche, temi affrontati da prospettive inconsuete. Frequentatissima la lezione sull'interpretazione dei sogni secondo Sigmund Freud, che chi non si iscriverà a psicologia difficilmente avrebbe mai potuto approfondire. Ma piace anche il corso "Batman e Superman: scuola di giustizia", in cui la separazione fra bene e male dei celebri supereroi viene confrontata e applicata all'odierna società.

Sono solo due delle trenta proposte del programma di autogestione dell'istituto Gandhi, dove ieri e oggi si respira un'aria diversa dal solito. Per il secondo anno consecutivo al vertice dell'organizzazione c'è Daniele Di Lucrezia, coadiuvato da Noemi Comel e Martina Rizzo. "Rispetto alla passata edizione - spiega Di Lucrezia - la novità sta principalmente nel fatto di esserci allineati alla piattaforma online già usata per analoghe esperienze dall'Iti Galilei e del liceo Carucci di Bolzano, predisposta dalla consulta provinciale degli studenti in lingua italiana. Ci consente di gestire in maniera più organica e precisa la manifestazione, per esempio segnando presenze e assenze alle lezioni".

Dei 610 studenti del Gandhi, la scuola superiore che allo school village accorpa Ite e licei in lingua italiana, oltre i ¾ hanno aderito alle iniziative. Tra i circa 150 studenti che hanno declinato l'invito a partecipare, vi è il caso di due classi che in blocco hanno preferito continuare l'ordinario ciclo didattico. "Ma siamo soddisfatti dei riscontri", continuano i responsabili, ai quali hanno fornito supporto altri studenti - Omar Rossi, Daniela Lo Re, Chiara Mareso, Valentina Saibene e Riccardo Bonazza. "La finalità dell'iniziativa può essere letta in una duplice chiave: da una parte gli studenti possono approfondire argomenti di norma esclusi dai percorsi formativi della loro scuola, mentre dall'altra parte a coloro che hanno accettato di mettersi in gioco come relatori viene offerto un pubblico per misurare le proprie capacità comunicative e per migliorare le qualità di interazione con una platea". E i professori? "Larga parte di loro vede le giornate di autogestione di buon occhio, in particolare, crediamo, per l'immagine che la scuola riesce a dare di sé. Di certo godiamo dell'appoggio del preside, Riccardo Aliprandini". Nell'atrio d'accesso al villaggio scolastico di via Wolf, un bancone accoglie chi ha bisogno di informazioni. Non manca un servizio d'ordine, coordinato da Matteo Libergoli, per evitare che qualcuno prenda le due giornate in modo superficiale. Il programma è parecchio strutturato e dettagliato.

Gli unici due relatori-non studenti sono i titolari dei tavoli che riguardano l'orientamento scolastico e l'alternanza scuola-lavoro. Per il resto, è davvero tutto autogestito ed è divertente navigare tra gli argomenti delle lezioni. Vi sono tecnica fotografica e origami, conferenze sui magistrati e la mafia oppure sui manicomi, un dibattito sulla vita con e senza i social network.

E poi lezioni di danza, tornei sportivi, quiz di cultura generale. Emerge l'impegno dei ragazzi ma con un tocco di quella leggerezza che spesso manca agli adulti; vi sono passioni, interessi e creatività, in un vivace specchio dell'adolescenza d'oggi.













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