Gli uomini della neve al lavoro di notte per preparare le piste

Val Gardena. I turni massacranti di addetti a cannoni e gatti In un inverno “anomalo” sono loro a salvare il turismo


di Daniela Mimmi


VAL GARDENA. Per loro non esiste la notte di Natale, e nemmeno quella di Capodanno. Per loro tutte le notti sono uguali. Lavorano su e giù lungo le piste di sci con i gatti e le motoslitte, mentre noi ceniamo, usciamo, dormiamo. La mattina, come per miracolo, le piste sono perfette, anche in questi giorni in cui di neve ce n’è stata solo una spruzzata. Sotto i nostri piedi si stende un tappeto bianco, perfetto e soffice. Ma nessuno di noi, o pochi di noi, sanno cosa succede di notte, su queste piste.

Tra la Val Gardena e l’Alpe di Siusi, riunite in un consorzio di cui fanno parte 43 società piccole e medie, spesso a conduzione familiare, lavora un’ottantina di persone. Hanno tra i 25 e i 60 anni, sono quasi tutti del posto, hanno famiglie, figli, fidanzate con i quali, per tutto l’inverno, non passano una notte insieme.

Daniel Nocker è responsabile dell’innevamento di due impianti, a Selva e al Passo Sella, è sposato e ha una bambina piccola: “Sono in ansia come ero in ansia quando è nata mia figlia. Tutto deve essere perfetto e deve essere programmato in largo anticipo. E bisogna saper affrontare qualsiasi emergenza: troppa umidità, il vento, temperature troppo alte”.

Le società più grandi e strutturate hanno il responsabile dell’innevamento, di solito un operatore di esperienza e di notevoli capacità organizzative e tecniche. Il responsabile del settore innevamento, in anni come questo, è “la prima donna”: senza di lui non si scia. Conosce alla perfezione i macchinari, i cannoni sparaneve ad alta e bassa pressione, si intende di idraulica e impianti elettrici e anche di meteorologia. “Dobbiamo fare spesso previsioni a 10/15 giorni, per organizzare turni di servizio, il lavoro notturno in ambiente alpino sotto zero perché sopra zero non si produce neve, salvo casi, neanche tanto rari, di bassa umidità dell’aria - spiega Florian Bazzanella, detto Lupo Solitario - Inoltre bisogna organizzare e coordinate la produzione della neve e la battitura delle piste, preparare e manutenere in ottime condizione i cannoni, controllare le tubazioni, i cavidotti, le pompe, i compressori e tutto l’impianto di innevamento”.

L’innevatore non lavora mai da solo, anche se il grado di automazione degli impianti permette oggi di avviare, gestire e spegnere un impianto di innevamento mediante una connessione da remoto, indipendentemente dal numero dei cannoni (anche decine) e dalla loro collocazione. L’impianto viene gestito seduti da casa, con i-phone o i-pad. L’esperienza dell’innevatore è fondamentale. “Bisogna conoscere il microclima delle piste – continua Bazzanella - conoscere i venti prevalenti che spirano sulle piste. Il vento può aiutare come può disturbare, sino a rendere impossibile la produzione della neve programmata. Le serate ideali sono le fredde serate senza vento e copertura nuvolosa”.

Un buon innevatore controlla sempre di persona i cannoni durante la produzione neve. Infatti, è buona regola controllare visivamente le macchine in funzione, cadenzando il controllo visivo ora per ora, il che presuppone di doversi spostare di notte in montagna, in pista, con le motoslitte, i battipista e altri mezzi adatti allo scopo. “Bisogna avere un elevato controllo di se stessi e un’elevata propensione alla sicurezza. Nella malaugurata ipotesi di un incidente o avaria meccanica, siamo sempre in contatto con cellulari e/o ponti radio. Al giorno d’oggi gli spostamenti sono monitorati anche dalle web cam”, dice Nocker.

I turni sono cadenzati dalle norme nei contratti, ma è chiaro che al tempo “non si comanda”, per cui, quando bisogna produrre neve, la si deve produrre e gli innevatori sono sempre disponibili, quasi sempre di notte. L’innevatore sviluppa anche un forte senso dell’utilità del proprio lavoro, specialmente in situazioni meteo come quelle di questo autunno-inverno, in assenza di neve naturale.

Sono dei lupi solitari: mentre noi dormiamo, loro perlustrano la montagna, innevano e ci permettono il divertimento sugli sci. Poi ci sono i gattisti. Anche loro lavorano di notte, ma di solito verso mezzanotte hanno finito il turno, a meno che non sopravvengano nevicate importanti. Loro, con i loro potenti mezzi, sono tutte le sere impegnati sulle piste, con ogni condizione di tempo, vento, non vento, neve o non neve, freddo o clima mite.

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