Gries ci prova, corso Libertà rialza la testa 

Due giorni di eventi. Le associazioni riportano i bolzanini nel quartiere e far ritrovare un senso di comunità, contro lo spopolamento I commercianti migrano verso il centro storico: «Qui affitti troppo alti»



Bolzano. Gries ci ha provato, a riportare i bolzanini in corso Libertà, la festa di Gries e San Quirino che lo scorso finesettimana ha fatto un primo passo per ricreare tra il Corso e piazza Vittoria un’atmosfera di vitalità che negli ultimi due decenni è andata scemando, coi negozi che chiudendo hanno lasciato il posto alla desolazione di una via centrale in cui non ci si ferma più. Affitti troppo alti e mancanza di luoghi aggregativi, le cause secondo chi questa parte di Gries vorrebbe viverla “come una volta”. Perché fatti salvi i luoghi dedicati al ritrovo serale e una certa resistenza di piazza Gries, corso Libertà è ora soltanto uno stradone verso il centro. Di qui una festa per riproporlo come alternativa alla città vecchia, anche se durante la giornata di ieri la calura estiva ha intaccato la riuscita di una manifestazione preziosa e a lungo ragionata.

L’orchestra del Titanic.

Ci sono i banchetti informativi delle associazioni, il mercatino dei bambini e quello degli hobbisti, la birra degli alpini, gli stand gastronomici. La musica dal vivo, da sempre una grande assente nel panorama di questa parte della città. La festa è andata avanti fino a ieri sera, attirando i bolzanini tra corso Libertà, piazza Vittoria e piazza IV Novembre. Ma nonostante la buona risposta di pubblico e associazioni sembra quasi di assistere all’ultimo concerto sul Titanic. Sotto il gazebo del quartiere, il circolo Salvemini pubblicizza un incontro culturale in programma per domani. Al centro Trevi, però. Migrano verso il centro anche le attività formative: Sara Rigo spiega come i 5 mila euro al mese di affitto per un locale in corso Libertà fossero troppi, per la scuola di danza in cui insegna. «Così abbiamo aperto in centro, è più conveniente».

Il problema degli affitti.

«Noi le sale cerchiamo sempre di procurarle a chi le richiede – interviene Christoph Buratti, presidente del consiglio di quartiere –, ma negli ultimi anni la domanda di spazi per iniziative culturali sembra essersi affievolita notevolmente». Tra le cause dello spopolamento c’è la dipartita del liceo Pascoli. «Ci vorrebbe il polo bibliotecario, lo aspettiamo da anni – riprende Buratti –. E i commercianti dovrebbero parlarsi, organizzare iniziative. Ieri sera (sabato, ndr) non hanno voluto aprire i negozi. Nel nuovo supermercato ci sono andato, ho visto anche residenti della zona. E so che nei prossimi mesi dovrebbe aprire un nuovo bistrot in piazza Gries. Servirebbero altri negozi, ecco, ma non concentrati solo nella piazza, bensì diluiti lungo tutto il Corso». Secondo Liliana Valsecchi, che fino a qualche anno fa da “Faraoni” vestiva gli abitanti di Gries, il Comune dovrebbe calmierare gli affitti. «Il rione non è in crisi perché nessuno compra, no, qui la gente i soldi li ha. È in crisi perché 10 mila euro mensili di canone e utenze sono tanti. Un peccato, Gries è il più bel quartiere di Bolzano, un quartiere modello anche dal punto di vista della convivenza dei gruppi linguistici». Già, i residenti. Persone con un discreto potere d’acquisto, abituate a comprare prodotti locali. L’esempio è il mercato del sabato, o quello del martedì in piazza Mazzini. Sempre frequentatissimi. «Per una riqualificazione di questa parte della città va capito qual è il target dei residenti», confermano Barbara Benedusi e Wilma Runggaldier dell’associazione Ama (“Auto mutuo aiuto”), con sede operativa nel centro civico del quartiere.

Il ritorno dei giovani.

Per chi ci è cresciuto è difficile staccarsi da Gries. E non è raro che i trentenni ci si stabiliscano, quando lo stipendio lo permette, e che mantengano vivo – e sicuro – il Corso, dove la sera i giovani si ritrovano per un aperitivo o per una serata in compagnia sotto casa. Così Nicolò Gallina, avvocato 29enne: «Per un periodo ho vissuto in via Streiter. Vivace, attiva. Ma problematica sotto diversi aspetti, in primo luogo per l’automobile. Qui siamo a un passo dal centro e abbiamo ogni tipo di servizio, compresa una vasta scelta di luoghi di ritrovo per la sera. Quello che mette tristezza è vedere come nel tempo solo le realtà collegate a un mondo imprenditoriale su ampia scala siano sopravvissute: ora ci si deve spostare verso il centro, con una riduzione della scelta per chi abbia un potere economico minore». S.M.













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