Gruber: «Alle urne è stato sconfitto il vecchio sistema»

Il candidato Svp: così il partito di raccolta non funziona più Avanti col rinnovamento, Rösch ha “confezionato” un sogno


di Giuseppe Rossi


MERANO. Qualcuno si è affrettato a puntargli il dito contro. Il vero sconfitto del ballottaggio di domenica nella corsa alla poltrona di nuovo sindaco di Merano, è Gerhard Gruber o la Svp tutta? L'uomo venuto dalla Municipalizzata e passato per le primarie, per subentrare ai dieci anni di regno di Günther Januth. Gruber, unico esponente Svp, che domenica notte, nel pieno del delirio e della festa verde in consiglio comunale, ha avuto il coraggio di presentarsi in aula e stringere la mano a Paul Rösch con delle congratulazioni sincere al suo avversario. Nessun uomo di partito della Stella alpina ha fatto altrettanto. «Non enfatizziamo, - chiarisce Gerhard Gruber - penso che riconoscere il successo altrui sia un atto giusto e doveroso, non un'eccezione».

Merano dipinta di verde alla fine è tutta colpa sua?

«Non mi nascondo di fronte al risultato del ballottaggio e delle elezioni del 10 maggio, la mia parte di colpa ce l'ho. Credo però che l'80% della sconfitta non possa essere imputabile alla mia persona».

È riuscito a darsi una spiegazione di quello che è successo?

«Gli elettori hanno votato contro un sistema e questo dato conferma come in molti nel mio partito abbiano capito tardi quello che io e altri amici predicavamo da tempo».

Ovvero?

«Che il partito di raccolta e delle lobbies non funziona più. Abbiamo perso il ruolo di rappresentare la gente».

Un altro candidato sindaco avrebbe ottenuto un risultato diverso?

«Se si fosse ripresentato Günther Januth per il terzo mandato avrebbe perso anche lui. Paghiamo, anche e non solo, dieci anni di suo governo».

Colpa del sindaco uscente allora...

«Non mi fraintenda. Günther Januth ha realizzato molte cose importanti per la città, ma forse ha concentrato troppo su sé stesso il lavoro. E poi che senso ha parlare dei se e dei ma. Lui in corsa non c'era».

Alla fine, come l'allenatore nel calcio, sarà lei a pagare?

«Si fanno saltare le teste per non cambiare nulla, si cambia per non cambiare. Non è così che bisogna procedere».

Così lei si mette sulla difensiva.

«Non ho nessuna intenzione di fare la vittima. Io il partito e la politica non la lascio. Sono più determinato di prima nel percorso di riforma della Svp. Il segnale che gli elettori ci hanno mandato con questa sconfitta è proprio questo, la Sammelpartei va riformata in maniera radicale. Certo da sindaco questo lavoro sarebbe stato più facile, ma non ho paura delle sfide».

Gruber riformatore, allora. Partendo da dove?

«Abbiamo perso la nostra missione principale, quella di rappresentare la popolazione. Da qui dobbiamo ripartire».

E dentro il partito?

«I gruppi interni devono esistere, sono il sale del confronto. Ma nessuno deve poter essere così potente da decidere per tutti».

Dalla prime informazioni che trapelano, dentro la Svp non tutti sono tristi. Le risulta?

«Anche a me sono giunte queste informazioni. Spero siano sbagliate. Mi chiedo di fronte a questo risultato come qualcuno possa sentirsi vincitore? Forse sono io a non capire più come gira il mondo».

Se non lascia la politica, allora farà l'assessore in una ipotetica coalizione con Paul Rösch?

«Oggi è troppo presto parlare e soprattutto le decisioni vanno prese in partito».

La Svp però sarà disposta a entrare in maggioranza con i Verdi?

«Ho iniziato a scrivere i punti del mio programma che ritengo irrinunciabili. Penso ad esempio alla sicurezza, alla viabilità. Se Paul Rösch si impegnerà a realizzarli, allora penso saremo disponibili. Io il mio programma l'ho scritto, pubblicato e spiegato nel dettaglio».

Paul Rösch invece?

«Tranne un tram per collegare il centro città con l'imbocco della val Passiria non so quali siano i punti che lui vuole realizzare nei prossimi cinque anni».

Forse non li ha visti lei, gli elettori pare invece di sì.

«Paul Rösch è stato bravo a confezionare un sogno per gli elettori».

Torniamo alle trattative. Non ci sarà allora un voto anticipato?

«Non escluderei a priori neppure questa possibilità».













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