I fondatori: bisogna accettare la malattia per migliorare la qualità della vita

Gruppi di aiuto per le taglie forti

Nasce a Bolzano il comitato per i diritti delle persone obese



BOLZANO. La provincia di Bolzano si assesta nella media delle statistiche sulla popolazione obesa, ma con una tendenza in crescita soprattutto nelle due fasce d'età alle estremità del grafico: bambini e anziani. L'azienda sanitaria stima incirca 23 mila persone, il 5% della popolazione contro un più critico 10% di altre regioni più a sud, la presenza di un grado più o meno grave di obesità. E mentre scatta la campanella d'allarme per la salute, questo problema fisico è foriero di mille altri mali cardiaci e circolatori, è approdata a Bolzano una nuova delegazione del Cido, il comitato italiano per i diritti degli obesi, fondato da Angela Ferracci nel 2007 per combattere le discriminazioni contro le persone affette da disturbi alimentari.

«C'è una sorta di cecità culturale latente - denuncia la presidente - che impedisce di considerare l'obesità come una malattia e che invece si concentra nel fattore estetico». L'iperfagia è invece un problema già analizzato dal punto di vista medico e scientifico, e in Italia sono già stati aperti dei centri specializzati nella cura dell'obesità. ‹‹D'ora in poi saremo presenti anche in Alto Adige con attività di sensibilizzazione della popolazione, ma anche e soprattutto con gruppi di auto mutuo aiuto per chi si è auto emarginato dalla vita sociale a causa del suo peso››, annunciano i fondatori della delegazione locale. L'obesità infatti corre su un binario doppio con un'infinità di problemi che coinvolgono anche gli aspetti della vita sociale.

«Nella norma se qualcuno ti invita a uscire valuti se ti va o no, mentre un obeso si domanda in primis dove riuscirà a sedersi se accetta, e finisce per restare chiuso in casa». Per scardinare questa dinamica c'è bisogno di un aiuto dall'esterno, assicura Angela Ferracci. «Vogliamo - spiega ancora - creare dei gruppi di ascolto che strappino gli obesi alle loro poltrone e li facciano uscire, quello è il primo passo verso la cura«. Accettarsi e ammettere di essere malati, e non pensare di risolvere tutto con una dieta, è un passo fondamentale per migliorare la qualità della propria vita.

«Per venirne fuori - spiega Claudia D'Andrea, psicoterapeuta e fondatrice del Cido Alto Adige - è necessario un intervento di squadra, tra medici, cardiologi, psicologi, fisioterapisti, perché l'obesità è una malattia con molti fronti su cui combattere allo stesso tempo››. Per il momento è stato costituito solo il nucleo dell'associazione altoatesina. «Stiamo cercando una sede per i nostri incontri - conclude Angela Ferracci - e organizzeremo presto un calendario di attività per entrare in contatto con chi volesse contare sul nostro supporto». (ri. va)

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