La formazione

Guerra alla dispersione scolastica: in Alto Adige progetti fino a 50 mila ore l'anno

Grazie ai fondi europei, la prevenzione all’abbandono inizia alle elementari (in foto Teresa Pedretti, Andrea Felis)


Maddalena Ansaloni


BOLZANO. Abbandonare la scuola è solo la punta dell'iceberg. Prima c'è un accumulo di disagio, il più delle volte nascosto, che porta lo studente a vedere la classe come un ambiente ostile. Scarsa autostima, ripetute bocciature, timidezza, difficoltà di apprendimento, ma anche bullismo e problemi a relazionarsi, possono sopraggiungere già durante le scuole elementari. Con le medie, e le superiori e la situazione, se non seguita, può solo peggiorare. Questi fattori sono le principali cause della dispersione scolastica, ovvero l'anticamera dell'abbandono.

«Fortunatamente», sottolinea Andrea Felis, ispettore scolastico, «in Alto Adige la percentuale del fenomeno è molto bassa. Su circa 6.600 studenti del secondo ciclo nella scuola di lingua italiana della provincia, sono 123 gli studenti che non hanno portato a termine gli studi nel secondo grado lo scorso anno. Di questi il 40% ha background migratorio. Solo tre gli abbandoni in obbligo scolastico (con i 16 anni compiuti senza l'ottenimento dell'esame di terza media). La percentuale di giovani nella fascia di età compresa tra 18 e 24 anni che abbandonano precocemente l'istruzione è stata in provincia di Bolzano del 12,7% nel 2021. Pur essendo al di sotto dell'obiettivo nazionale del 16%, il tasso di abbandono precoce dell'istruzione e della formazione resta al di sopra della media Ue del 9,7% e si situa a notevole distanza dal nuovo traguardo europeo del 9%».

I progetti di prevenzione

Le problematiche a scuola non riguardano solo l'apprendimento. «Da dopo la pandemia, i ragazzi hanno maggiori difficoltà a relazionarsi. E anche aspetti che potrebbero risultare scontati, come la capacità di lavorare in gruppo, hanno bisogno di essere rinforzati», spiega Teresa Pedretti, direttrice Irecoop Alto Adige (Istituto regionale per l'educazione cooperativa), «Per questo motivo, è fondamentale intervenire su diversi fronti».

Attraverso i fondi sociali europei per la formazione, dal 2019 Irecoop coordina diversi progetti di contrasto, ma soprattutto di prevenzione, alla dispersione scolastica, in rete con le associazioni del territorio, prima fra tutte La Strada. Le iniziative più importanti sono "Goal" per le scuole superiori, che segue circa 300 studenti, e "Successo formativo", per le scuole medie. «Qui trascorriamo con i ragazzi circa 50 mila ore, durante l'anno scolastico. 15 mila nelle scuole superiori. Da quest'anno, il progetto è attivo anche nelle scuole elementari».

Si riscontrano problematiche già durante l'infanzia?

«Alcune situazioni, più da scuole medie, adesso si vedono già nelle classi delle primarie», risponde Teresa Pedretti, «I ragazzi tendono a crescere più in fretta. Inoltre le elementari solo la base della formazione scolastica». Più che sulle fragilità del singolo alunno, ci si concentra sui punti di forza: «È importante individuare ciò che appassiona i ragazzi, per poi indirizzarli nella scuola più adatta a loro -prosegue -. Ai ragazzi vengono offerte attività individualizzate con gli operatori, che hanno due obiettivi: recuperare le lacune, e il sostegno personale».

Dietro un brutto voto a scuola, più che una lacuna, potrebbe esserci, ad esempio, la difficoltà di parlare di fronte alla classe. «L'autostima è un punto fondamentale - sottolinea Teresa Pedretti. Che conclude: «Altre iniziative vengono svolte a fini orientativi. Ci sono poi progetti di natura più pratico, artistica. Il tutto perché i ragazzi trovino la motivazione».













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