Guida di Sesto cade in parete e muore

Ieri Peter Mair, 46 anni, aveva quasi raggiunto la cima: forse ha ceduto un appiglio. Illesa la turista che era con lui


di Alessia Forzin


SESTO PUSTERIA. Era arrivato quasi in vetta alla Croda dei Toni. Peter Mair, 46 anni, era un alpinista esperto, e ieri si trovava su una via impegnativa, la Drash, quando è scivolato, precipitando per una cinquantina di metri e finendo nel canalone Innerkofler. Nell’impatto contro le rocce ha perso la vita.

L’incidente è successo sul versante bellunese alle 9.20 e a dare l’allarme è stata la compagna di cordata, che si trovava ferma in sosta a 2.700 metri. Per recuperare il corpo di Peter Mair, guida alpina di Sesto Pusteria, ci sono volute quasi sei ore, perché la zona è impervia ed è stato necessario elitrasportare in quota alcune squadre del Soccorso alpino che si sono calate nel canalone, hanno imbarellato la salma e l’hanno portata su una terrazza dove è stata recuperata dall’elicottero. Le prime operazioni sono state condotte dal velivolo del Suem di Pieve di Cadore, il recupero è stato completato dal mezzo dell’Aiut Alpin, che ha portato il corpo dell’alpinista al rifugio Auronzo e, da qui, al cimitero del paese del Cadore.

Peter Mair faceva parte della scuola di alpinismo Tre Cime di Sesto Pusteria. La guida alpina di professione - non sposato e senza figli - ieri accompagnava una cliente sulla via Drash, un quarto grado vicino alla classica via Normale. Quando è scivolato si trovava sull’ultimo tratto di roccia inclinata che porta alla cengia circolare. Non si sa se abbia ceduto la roccia o se Mair abbia perso l’appiglio. È precipitato per cinquanta metri ed è finito nel canale Innerkofler.

La compagna di cordata è stata subito recuperata dall’elicottero del Suem di Pieve di Cadore. Poi il velivolo ha trasportato in quota una squadra del Soccorso alpino di Auronzo e del Corpo forestale dello Stato, sbarcata vicino al canale poiché era impossibile per l’equipaggio avvicinarsi. I soccorritori si sono calati, hanno raggiunto la salma, l’hanno ricomposta e imbarellata per portarla in un punto accessibile all’eliambulanza. La squadra ha calato la barella all’interno del canale per 150 metri, fino allo zoccolo iniziale dove l’elicottero dell’Aiut Alpin ha potuto recuperarla per trasportarla al rifugio Auronzo e, da qui, al cimitero del paese.

«Quella è una zona in cui la roccia non è sanissima e bisogna prestare particolare attenzione», racconta il capostazione di Auronzo del Cnsas, Giuseppe Zandegiacomo. «Potrebbe aver ceduto un appiglio, anche se ancora non è chiaro cosa sia successo». Di certo c’è che la via Drash è di quarto grado (su una scala che va da 1 a 6, dove 6 è il grado più difficile), quindi mediamente impegnativa. «Si tratta di una variante alla Normale, più frequentata dalle cordate che scelgono la Croda dei Toni», conclude Zandegiacomo.

Le operazioni di recupero sono state piuttosto complesse, perché l’incidente è successo in un luogo impervio e su una parete verticale. Ai soccorsi hanno partecipato volontari del Soccorso alpino di Auronzo, del Corpo forestale dello Stato e della Guardia di finanza sempre di Auronzo. Pronti a dare un supporto alle operazioni i soccorritori di Sesto.













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