I gentiluomini in congedo che vigilano sul nostro Natale

Quarantotto soci dell’Associazione Carabinieri durante le feste prestano servizio volontario in Centro Coadiuvano le forze dell’ordine e aiutano i turisti: «Siamo qui per dare sicurezza alle persone»


di Alessandro Bandinelli


BOLZANO. Ufficiale, ma soprattutto gentiluomo. Egidio Rocchi, classe 1941, presidente dell’associazione nazionale Carabinieri di Bolzano, ha una presenza autorevole e una simpatia umana trascinante. Per il quarto anno di seguito è riuscito a coinvolgere 48 soci e simpatizzanti dell’associazione per prestare servizio di sorveglianza al mercatino di Natale: «Un sevizio importante non solo sotto il profilo della vigilanza, ma anche da un punto di vista umano. La nostra presenza serve a stabilire una relazione umana tra istituzioni e le persone, perché è questa la vocazione del carabiniere, essere uno della gente e tra la gente». Un compito che il Luogotenente Rocchi, le socie simpatizzanti Lidia Bolda e Patrizia Festa e l’appuntato Nicola Marchesoni - impegnato per anni in missioni internazionali - svolgono alla perfezione. Tante, infatti, le persone che, vedendoli passare cedono alla tentazione di una foto ricordo o un sorriso riconoscente, una stretta di mano. Tanta la gente che chiede informazioni, ma anche semplicemente chi, sentendosi sperso tra brezel e strudel, vede nei nostri carabinieri un simbolo che unisce l'Italia un punto di riferimento, un amico. Una famiglia di Brescia si ferma per farsi una foto, Rocchi li abbraccia, spende con loro diversi minuti, trasformando quell’incontro casuale in un ricordo per lui e per loro e quando si salutano sembrano ormai vecchi amici: «Anche questa è vita» commenta l’ufficiale in pensione, che le persone sembra capirle al volo.

Una vita che per questo ex maresciallo gentile è stata ricca di soddisfazioni ma anche piena di prove difficili: «Ho dovuto imparare presto a cavarmela da solo» dice Egidio Rocchi che a soli nove anni, pochi giorni dopo dalla scomparsa della madre, salì su una corriera destinata in collegio. «Dopo sette anni di convitto, quando sono andato sotto le armi per me era come stare in un villaggio vacanze». Poi tanti anni in servizio alle radiomobili di Bolzano e successivamente a Bressanone, dove con caparbietà e impegno fa ristrutturare dal Comune l’edificio sede della caserma. A Bressanone perde anche sua moglie, un colpo durissimo, ma il Rocchi si rialza e dirige per gli ultimi dieci anni il centro ricreativo montano dell’Arma: «Una chiusura di carriera bellissima». Adesso invece di concedersi il meritato riposo, è ancora sulla breccia: «L’anno scorso abbiamo fermato tre ladri con la refurtiva ancora in mano, quest’anno nessuno, ma ogni tanto li notiamo qualche movimento strano, qualcuno che invece di guardare le bancarelle guarda le borse della gente».

Ma per Rocchi e i suoi non c’è solo il servizio al mercatino: «Come associazione svolgiamo servizio nei musei e nelle manifestazioni, promuoviamo eventi e cultura, come la ristrutturazione dell'ultima semirurale rimasta in piedi, che è anche la sede della nostra associazione, e il parco attiguo che è sotto la nostra tutela. La cosa bella è che facciamo tutto senza alcun tipo di finanziamento pubblico, siamo solo noi, con la nostra voglia di fare e di organizzarci: da soli non contiamo niente, ma insieme siamo una forza». Un turista chiede a Rocchi di posare con i Carabinieri in divisa storica, per la gioia di quelli che scaricano le batterie dei cellulari in video e foto. Lasciamo il maresciallo e i suoi al loro lavoro, convinti che nulla di male può accadere se continueranno a vegliare su di noi.

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