I parlamentari della Svp: «Sì al dialogo con il Pdl ma no a cambiali in bianco»

Presa di posizione alla vigilia dell'incontro di Bolzano tra Durnwalder e Frattini nel quale si parla di scenari politici attuali e futuri


Maurizio Dallago


BOLZANO. Durnwalder vuole una stagione di disgelo nei rapporti col governo. Il partito, pero, non è disposto a firmare cambiali in bianco con il Pdl. Così, tutti i parlamentari Svp, in vista dell'incontro odierno tra Frattini e il presidente della Provincia. Proprio il Landeshauptmann ha già ribadito che non di un colloquio per un'alleanza politica tra Stella alpina e Popolo della libertà si tratta, ma di collaborazione istituzionale tra Palazzo Chigi e Palazzo Widmann. Concetto che ci tiene a ribadire anche una storica esponente dell'ala economica, come la senatrice Helga Thaler Ausserhofer. «Il dialogo va sempre bene, è comunque un passo in avanti verso una maggiore comprensione tra le due parti e immagino che ci siano parecchi temi da discutere, ad esempio le norme d'attuazione legate all'Accordo di Milano sul federalismo fiscale», sottolinea la senatrice pusterese. Ma proprio quest'ultima mette l'accento sulla linea «blockfrei» che deve essere mantenuta da «un partito di raccolta come il nostro». «Ovvio che si cerchi di andare d'accordo con tutti, ma metterei l'incontro tra il ministro Frattini con il presidente Durnwalder a livello di istituzioni e non di partito, perché la collaborazione politica è un'altra cosa. Non si possono dimenticare tutte le cose dette dal centrodestra in passato, sia a Bolzano che a Roma e allo stesso tempo ricordo le critiche dello stesso Frattini alla Svp, rea, secondo lui, di non essere aperta all'Europa. Ecco, quindi, che un partito serio non lascia nel dimenticatoio la buona collaborazione con il centrosinistra del passato», evidenzia il capogruppo a Montecitorio, Siegfried Brugger. Fatti concreti e da quando Berlusconi è diventato premier per la prima volta, in via Brennero non ricordano un grande «feeling» con Forza Italia prima e col Pdl poi. «Certo che se i rapporti tra Roma e Bolzano migliorano, se ne giova anche l'autonomia ed allora sarebbe il caso di dare un'accelerata sulla questione delle deleghe alla Provincia, dalla Rai tedesca e ladina alle Poste. E poi dev'essere chiaro che sull'A22 non si va a chiedere l'elemosina, in quanto già il ministro alle Infrastrutture, Altiero Matteoli, aveva promesso di impegnarsi per la proroga della concessione oppure in una gara aperta, ma con l'aggancio al finanziamento trasversale per il tunnel del Brennero», ancora l'onorevole Brugger. Usa l'ironia l'altro deputato della Stella alpina, nonché «dottor Sottile» del partito di raccolta, Karl Zeller. «Forse il Pdl ha scelto il ministro degli Esteri per intavolare il dialogo, perché ritiene che l'Alto Adige sia all'estero, ma scherzi a parte, non credo che la scelta del ministro Frattini come ambasciatore del Popolo della libertà sia azzeccata come quella sull'interlocutore individuato nel presidente Durnwalder. Il galateo politico vorrebbe che ci si rivolgesse al segretario politico del nostro partito, ovvero a Richard Theiner», dice Zeller, convinto che «il Pdl finisca con l'ottenere l'effetto opposto all'interno della Svp: parlando solo con quelli ritenuti amici, costringi gli altri a giudicarti con diffidenza. In fondo il centrodestra non ha mai capito il nostro mondo», chiude il deputato meranese. Nella Stella alpina tutti aspettano l'incontro tra Durnwalder e Frattini in programma per oggi pomeriggio a Bolzano. Poi, però, sarà via Brennero a trarne le conclusioni politiche.

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