I postini accusano: «Ritardi nel recapito, ordine dell’azienda»

La denuncia: priorità per raccomandate e pacchi urgenti Poste italiane avvisa: dal 1° luglio consegna a giorni alterni


di Davide Pasquali


BOLZANO. Se la corrispondenza viene recapitata solo sporadicamente un motivo pare ci sia e lo spiega per filo e per segno un gruppo di bolzanini, esperti postini non da anni bensì da decenni: si recapitano quasi solo giornali, raccomandate urgenti e pacchi spediti dalle società di vendita online. Il resto rimane nei casellari e va via via accumulandosi. Intanto, in attesa della convenzione fra Provincia Poste e Ministero, l’azienda ha convocato i postini, spiegando loro come entro luglio si partirà con il recapito a giorni alterni. In città. In periferia ancora non si sa, ma in tanti presumono si inizierà prima, come sta per avvenire in Trentino (a marzo). «Sperare che i vertici di Poste Italiane mostrino buon senso è come sperare che un kamikaze dell’Isis si faccia il segno della croce e rinunci a tirare la cordicella». Lo scrivono in una durissima lettera i postini, qui non citati per nome per ovvi motivi di tutela del posto di lavoro.

Si è ampiamente evidenziato negli ultimi anni, e in misura notevolissima negli ultimi tempi, «che per l’azienda il recapito costituisce esclusivamente un fardello oneroso, di cui non sa come liberarsi, malgrado gli spot pubblicitari vogliano far apparire la condizione esattamente all’opposto». Per quanto concerne la situazione locale, i postini credono di poter dire che «l’unico problema che ha veramente a cuore il presidente Kompatscher sia la distribuzione giornaliera, 6 giorni su 6, dei quotidiani. Tutto il resto, quotidianità della consegna della corrispondenza, mantenimento degli uffici postali periferici, salvaguardia dei posti di lavoro, è mera espressione di demagogia e di una farsesca efficienza di cui si fregia impropriamente la Provincia». Diversamente, «la Provincia assumerebbe veramente il controllo e il compito che le vengono conferiti con l’assegnazione della competenza (e quindi del relativo denaro)». Ovverosia «accorpando i dipendenti postali nell’amministrazione provinciale, provvedendo a sanare non solo le carenze che si sono venute a creare con i pensionamenti e i pre-pensionamenti, ma anche assumendo un adeguato numero di scorte che possano di fatto sostituire il personale assente non solo per malattia o infortunio, ma anche per le ferie; soprattutto sottrarrebbe al carente e incompetente controllo di Poste (tale infatti sarà la realtà, malgrado il tanto sbandierato “passaggio alla Provincia”) il recapito, settore con disfunzioni assai evidenti a chiunque e che sarebbero ancora più gravi se non fosse per la grande professionalità di una buona parte dei portalettere».

Di fatto poi, «Poste ha già deciso, cominciando a informare i clienti a mezzo lettera raccomandata e i portalettere a mezzo briefing, che il futuro del recapito sarà a giorni alterni entro il mese di luglio». In questa situazione, «l’azienda che irride innanzitutto i propri clienti con servizi approssimativi (e qui l’elenco sarebbe lungo) e messaggi pubblicitari megalomani e per nulla corrispondenti alla realtà, ma pure i propri dipendenti (del settore recapito soprattutto) con paroloni roboanti e discorsi altisonanti ma con atteggiamenti e messaggi subliminali in assoluto contrasto, i dipendenti del recapito sono sempre più presi da scoramento e disinteresse per la qualità (e la quantità) del proprio lavoro».

Di un certo interesse, inoltre, «potrebbe essere lo scoprire come Poste sopperisca, in città, alle carenze di personale».

I meccanismi sono due: le ore straordinarie e gli abbinamenti. «Le ore straordinarie, una decina di euro/ora al portalettere e pensionabili, vengono elargite con molta discrezione e quasi esclusivamente a portalettere graditi dalla direzione e prevedono, ovviamente, un surplus di orario». Gli abbinamenti «sono un meccanismo per il quale una singola zona, di cui è titolare un portalettere, venga frazionata tra un certo numero di portalettere e in base all’ entità della frazione vengano attribuite un certo numero di ore, la cui retribuzione è di circa 6 euro/ora, non pensionabili. Queste ore vengono distribuite con maggior larghezza, sempre e comunque a persone non invise alla direzione, e il lavoro previsto può essere svolto nei termini del proprio orario lavorativo». Tale meccanismo perverso «comporta che i portalettere che effettuano tale servizio si presentino al casellario della zona scoperta, estraggano, con cura, esclusivamente i quotidiani, guardandosi bene dal “contaminarli” con la corrispondenza di altro tipo - eccezion fatta per raccomandate veloci (consegna in un giorno), telegrammi e pacchi Amazon - e portino a termine il compito senza sforare il proprio orario, andando comunque a casa a pranzo e riuscendo a raggranellare una retribuzione mensile circa doppia rispetto ai propri colleghi con un servizio ai clienti pressoché nullo». Anche in tal senso «mamma Provincia potrebbe, e dovrebbe, intervenire; se però le cose funzioneranno come prospettato, nessun potere avrà, nessuna voce in capitolo: la gestione del “parco-bestie” resterà saldamente in mano di Poste che però risparmierà gli stipendi».

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