I sindacati: in Alto Adige insegnanti a rischio

Fidenti (Cgil) e Scolaro (Uil) preoccupati per la riduzione delle ore previste dalla riforma



BOLZANO. Accorpamenti, fusioni, spostamenti: le trasformazioni del panorama scolastico, previste dalla riforma Gelmini recepita anche in Alto Adige, avranno ripercussioni sugli organici. Lo denunciano i sindacati che non si accontentano delle rassicurazioni dell'assessore provinciale Tommasini.
Tommasini ha ripetuto più volte in queste settimane che, contrariamente a quanto avviene nel resto d'Italia dove la riforma è già partita (mentre in Alto Adige entrerà in vigore nel 2011, ndr), in provincia di Bolzano il riordino del sistema scolastico non comporterà una perdita di posti di lavoro.
Ma ciò non basta a tranquillizzare sindacati e docenti. «Alcune classi di concorso - spiega Giovanni Scolaro (Uil) - saranno soppresse. Abbiamo chiesto alla sovrintendente Minnei un incontro, in programma per il 15 novembre, con gli insegnanti di tecnico-pratica - che sono in tutto una trentina - e con coloro che negli istituti professionali si occupano del trattamento dei testi, per capire come e dove verranno ricollocati». Anche Stefano Fidenti (Cgil) è preoccupato per le ripercussioni che la riforma potrà avere sugli organici. «Sulla carta - dice - c'è una riduzione degli orari di circa un 20%. Una scelta questa che pone la scuola in una posizione di estrema fragilità. In quanto c'è il rischio concreto che si perdano posti di lavoro». Ma l'assessore Tommasini assicura che la riforma, almeno per quanto riguarda l'occupazione, sarà indolore: questo non basta?
«No, le parole non bastano. Le cose vanno chiarite e messe nero su bianco anche perché siamo in un momento in cui non si parla altro che di riduzioni e risparmi da attuare nel settore pubblico: la scuola è non immune dal rischio tagli». C'è un problema di organici, ma c'è anche un problema di qualità: «Per il momento - spiega Scolaro - si vedono solo decurtazioni, non si può sicuramente parlare di miglioramento del sistema, almeno nel senso che intendiamo noi». Per Fidenti i tagli, operati sugli orari, avranno conseguenze soprattutto sulla scuola di lingua tedesca: «In particolare per gli istituti tecnici e i licei artistici, gli orari, almeno sulla carta, sono assolutamente inadeguati». Licia Brion, insegnante, denuncia il calo delle "già poche ore di italiano seconda lingua negli istituti di lingua tedesca".
Ma la situazione più complicata riguarda gli studenti dell'Ipsct Claudia de' Medici di via San Quirino: «Lì ci sono 300 ragazzi che non sanno ancora quale sarà il loro destino il prossimo anno, visto che viene cancellato l'indirizzo sociale, sostituito con quello socio-economico che verrà tolto alle Pascoli. Però se un ragazzo si è iscritto alla de' Medici, evidentemente è perché cercava quel tipo di indirizzo e non un altro».
Lo «scambio» di indirizzi tra Pascoli e de' Medici non convince neppure il sindacalista della Uil Scolaro: «Lo spostamento dell'indirizzo socio-economico alla de' Medici non ha senso. Più che comprensibili le proteste di insegnanti, studenti e genitori».
Altra questione spinosa: gli istituti professionali di lingua tedesca.
«La riforma scolastica ne prevede la chiusura - spiega Fidenti -: i ragazzi passeranno nei licei, negli istituti tecnici, alla formazione professionale. Si tratta di una rivoluzione che interessa 2.200 studenti e oltre 200 insegnanti: non sarà facile gestire il loro spostamento in altre scuole». (an.ma)

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