I sotterranei del Museion Oltre 4500 opere d'arte per 15 milioni di euro


Riccardo Valletti


Quando entra in ascensore, Elena Bini, la responsabile della collezione e degli archivi del Museion, prende la chiave che permette l'accesso ai piani riservati. La gira nella minuscola toppa della pulsantiera e preme il -2. Sembra una scena del Codice da Vinci, ma siamo a Bolzano, in via Dante. Il percorso fino al sottosuolo è breve, poi dall'altra parte un tunnel di cemento bianco, illuminato da luci al neon. Una porta, poi un'altra e poi uno stanzone. Per le foto bisogna fare attenzione a non riprendere gli apparati dell'allarme. In queste sale è conservata la collezione del museo. Più di 4500 tra quadri, sculture e installazioni d'arte contemporanea compongono il patrimonio del Museion, delle quali solo poche, a rotazione, vengono esposte al pubblico (attualmente però oltre 1300 di queste sono osservabili nella mostra «-2 +3»). Le altre restano protette qui sotto. Un computer gestisce l'atmosfera controllata: temperatura tra i 18 e 21 gradi e umidità mai superiore al 55%. L'impianto di sicurezza fa il resto, proteggendo un patrimonio da più di 15 milioni di euro.  Questo, nel sottosuolo, è il regno di Elena e i suoi collaboratori. I quadri sono appesi a delle enormi grate mobili (le stesse che si vedono nella mostra ai piani superiori), le sculture dormono in casse di legno spesso. Stampe e tessuti stanno chiusi in speciali cassettiere a circolazione forzata di aria, quello che li avvolge potrebbe apparire come semplice carta velina ma in realtà è un costoso materiale da restauro. Non tutto il patrimonio è proprietà del museo: «Circa 2 mila opere ci sono state affidate in prestito - spiega Elena - e noi ci siamo impegnati a conservarle anche fino a 20 anni». Nel deposito solo le mani esperte di Cristian e Carlo sono autorizzate a toccare le casse. Le procedure prevedono che le opere vengano ciclicamente rimosse dagli involucri e controllate una ad una. Alcune sono delicatissime installazioni (ad esempio un letto fatto di pane). A loro due spetta anche il compito di trasportarle e allestire le esposizioni, oltre che la responsabilità delle piccole manutenzioni. Per i grandi restauri, invece, il Museion si affida alle mani di esperti toscani d'arte contemporanea. «L'arte contemporanea - spiega la Bini - ha la stessa delicatezza della classica, ma spesso i visitatori non lo capiscono». Nelle mansioni di questo reparto c'è anche tutta la gestione amministrativa delle entrate e uscite dal museo, i contratti di assicurazione e gli acquisti di nuovi pezzi d'arte. Daniela Ferrari ad esempio ha anche il compito di ricostruire il percorso di ogni opera. «La catalogazione del nostro patrimonio è un lavoro lungo - racconta Daniela - ancora in corso. Non è semplice rintracciare tutti i passaggi di mano che un dipinto o una scultura hanno fatto». Spesso, quando non vengono esposte, alcune opere vanno in prestito ad altri musei: «Poco tempo fa abbiamo prestato un pastello di Pietro Roccasalva al Museum of Contemporary Art di Chicago - racconta Daniela - e in queste occasioni chiediamo per contratto gli stessi standard di trattamento che noi garantiamo ai prestiti ricevuti».  

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità