I Verdi: «Aeroporto inutile e dannoso»

Dello Sbarba: «Lo scalo sta per passare dallo Stato alla Provincia, quindi si può decidere di chiuderlo e puntare sul treno»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Accanimento terapeutico»: così i consiglieri provinciali verdi Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa e Hans Heiss, ieri nel corso di una conferenza stampa, hanno definito il piano di rilancio dell’aeroporto presentato dalla Provincia. Uno scalo, a loro dire, costosissimo, inutile, dannoso.

A giugno si svolgerà il referendum e toccherà agli altoatesini decidere il futuro dello scalo, al quale è legato a doppio filo anche il futuro politico del presidente della giunta Arno Kompatscher.

I verdi, da sempre contrari all’aeroporto, hanno messo a punto un ricco dossier, in cui cifre alla mano ribadiscono il no ad ulteriori investimenti nello scalo. Per Dello Sbarba, Foppa e Heiss il destino può essere uno solo: la chiusura.

«Anche perché - ha spiegato Dello Sbarba - è caduto anche l’ultimo alibi: nel dibattito in consiglio Steger aveva ribadito che bisogna assolutamente fare qualcosa, per evitare che a decidere sia lo Stato. Non ci ha detto che in realtà questo rischio non c’è, per il semplice fatto che a fine agosto il consiglio dei ministri ha deciso che gli aeroporti regionali come quello di Bolzano passeranno - previa norma di attuazione per l’Alto Adige - gratuitamente rispettivamente a Regioni e Province. Quindi la Provincia potrà decidere del tutto autonomamente cosa fare».

Piano faraonico. I verdi hanno confrontato il Masterplan 2011 con il Piano di sviluppo dello scalo 2015, giungendo alla conclusione che si tratta di un “piano faraonico”, in quanto la pista sarà più lunga (1.462 metri invece di 1.406), ci saranno più voli compresi quelli low cost esclusi in epoca Durnwalder, e anche i velivoli saranno più grandi (Boeing 737-700 da 149 posti e Airbus A-319 da 156).

«Se nel 2022 - ha sostenuto Foppa - saranno superati i 170 mila passeggeri e nel 2035 si raggiungeranno i 500 mila, con 5-6 voli all’ora per 12-14 ore al giorno, sarà una catastrofe per l’ambiente e la salute della popolazione, in particolare per Bolzano e la Bassa Atesina. Se invece il Piano della giunta fallirà, allora sarà una catastrofe per le finanze pubbliche, perché avremo speso ancora decine di milioni per un aeroporto da cui non si alza nulla, se non debiti».

I costi. Finora l’aeroporto è costato 129 milioni, ai quali bisogna aggiungere i 6 investiti nell’operazione Air Alps. Ora la giunta chiede con il referendum l’autorizzazione ad investire altri 2,5 milioni all’anno per cinque anni (totale: 12,5 milioni), per poi proseguire con 1,5 milioni negli anni successivi.

Il Piano di rilancio dovrebbe consentire di aumentare notevolmente il numero dei passeggeri, in particolare turisti. Ma per i Verdi si tratta di previsioni sbagliate, perché le tratte nuove proposte sono già coperte dalle compagnie che utilizzano l’aeroporto di Innsbruck. «Con un’unica eccezione: la tratta Bolzano-Roma. Che però oggi soffre la concorrenza del treno. Questo per dire che lo scalo bolzanino non funzionerà mai. La cosa grave è che si chiede un sacrificio enorme alla popolazione, in termini economici e ambientali, per una struttura che è e sarà usata solo ed esclusivamente da una ristretta élite».

Treno. L’alternativa ad un aeroporto definito fallimentare e dannoso, per i Verdi è il treno. Mezzo di trasporto nel quale nel 2014 la Provincia ha investito 50 milioni (pari a 5,8 euro a passeggero), 80 milioni per i bus (2 euro a passeggero), 5,8 milioni sull’aeroporto (pari a 84,6 euro a passeggero).

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