IL 17 SCOMPARSO A BOLZANOStefan: aperta un'indagine per sequestro di persona

Il pm Secco apre un fascicolo sulla scomparsa del 17enne dopo la discoteca: "Disgrazia ipotesi più probabile ma non possiamo escludere niente". Dragato l'Isarco in cerca del corpo del ragazzo


Mario Bertoldi


BOLZANO. Per la scomparsa di Stefan Seebacher, il ragazzo di 17 anni svanito nel nulla nella notte tra sabato e domenica scorsi, la Procura della Repubblica di Bolzano ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di accusa (a carico di ignoti) di sequestro di persona.
Non si tratta, però, di una svolta nelle indagini. La magistratura non ha raggiunto elementi tali per ipotizzare che qualcuno stia tenendo prigioniero il ragazzo di Renon che manca da casa da sabato notte. «In realtà - ha spiegato ieri il sostituto procuratore Igor Secco - si è trattato di un escamotage tecnico perchè per la scomparsa di una persona non abbiamo possibilità di essere autorizzati dal giudice ad intercettare un'utenza telefonica». In effetti l'altro pomeriggio è stato il giudice Carlo Busato a firmare l'autorizzazione per i controlli dell'utenza del telefono cellulare di Stefan Seebacher.
Solo così è stato possibile individuare in poche ore il ragazzo che sostiene di aver rinvenuto il telefonino di Stefan Seebacher appoggiato su un masso (vicino ad un accendino) nel greto dell'Isarco, a pochi passi dalla discoteca «Halle 28» di via Macello ove il ragazzino aveva trascorso parte della notte. Anche ieri le ricerche condotte da squadre specializzate di vigili del fuoco non hanno dato alcun esito. Di Stefan non c'è traccia. Purtroppo è inutile nasconderlo: le possibilità di trovarlo in vita diventano ogni giorno più flebili. Gli inquirenti però non demordono ed anche nei prossimi giorni proseguiranno le indagini. In primo luogo ricostruendo nel dettaglio gli ultimi minuti in cui il ragazzo è stato visto in vita. Gli agenti della Squadra mobile, coordinati dal dottor Marco Sangiovanni, sino ad oggi hanno messo a verbale la testimonianza di una decina di persone. Sono tutti amici o conoscenti di Stefan, tutti giovanissimi con i quali aveva deciso di trascorrere la notte di sabato scorso alla discoteca di via Macello per un «schiuma party». Le testimonianze sono tutte concordi: Stefan, come tanti altri, avrebbe ecceduto in sostanze alcoliche. Prima di salire sul pullmino prenotato per tornare sul Renon nel cuore della notte aveva detto agli amici che si allontava un attimo per andare a fare pipì. In realtà nessuno lo ha più visto tornare e, soprattutto, nessuno - dopo averlo aspettato per qualche minuto sul pullmino - ha pensato subito di dare l'allarme. Anzi, il pullmino è partito con destinazione Renon senza che nessuno si chiedesse che cosa potessere essere accaduto. L'ipotesi della disgrazia (dunque della caduta accidentale del giovane nelle acque dell'Isarco) passa attraverso un percorso non facile da affrontare per una persona alterata dall'alcol, per di più in piena notte, in una zona scarsamente illuminata. Stefan potrebbe però aver raggiunto il greto dell'Isarco superando il muro di quattro metri che delimita la pista ciclabile attigua. Stefan, che forse conosceva bene il luogo, aveva un'unica possibilità per raggiungere il greto: calarsi utilizzando una scaletta a pioli in ferro battuto, tutt'altro che agevole. Un percorso proibitivo per una persona ubriaca. A meno che non fosse sola.













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