Il bidoncino costa 427 mila euro all’anno

Per i contenitori speso un milione. Ogni 12 mesi 362 mila euro per i nuovi assunti più 65 mila euro per i turni serali


di Davide Pasquali


BOLZANO. Ma quant’è costata, davvero, l’introduzione della nuova raccolta dei rifiuti residui basata sul bidoncino condominiale? Il solo primo anno ci costerà un milione e mezzo di euro. Cui andranno ad aggiungersi altri 427 mila euro ogni anno. Detto altrimenti, la vecchia raccolta annualmente costava oltre 400 mila euro in meno. Lo ammette lo stesso assessore comunale all’ambiente Patrizia Trincanato, rispondendo ad una interrogazione presentata dal consigliere comunale Maria Teresa Tomada (Fratelli d’Italia). Un costo notevole quello sostenuto da Seab che, in quanto Spa che punta ai ricavi, non mancherà di far ricadere sull’utenza. A fare da contraltare ai costi di avvio del nuovo sistema ci sono tuttavia i vantaggi ambientali che la nuova raccolta porterà, visto il calo di rifiuti da incenerire.

Le premesse. L’accordo di programma della prima giunta Spagnolli, ricorda Trincanato, «ha stabilito l’obiettivo del 60% della raccolta differenziata. Dopo l’introduzione della raccolta dei rifiuti organici nel 2006 la differenziata è schizzata al 46%». Purtroppo nel 2010, 2011 e 2012 «l’effetto positivo dovuto all’introduzione della raccolta dell’umido è terminato e la percentuale di differenziata a Bolzano si è stabilizzato attorno al 46%». Quindi, si è introdotta la nuova raccolta.

I bidoncini. «Il costo complessivo per l’acquisto di 16 mila bidoncini da 120, 240, 360 e 770 litri - scrive oltre l’assessore Patrizia Trincanato - ammonta a 876.320,00 euro più Iva». Calcolando l’Iva, si arriva a 1.060.347,20 euro, ovverosia oltre un milione di euro. Se ne sono acquistati 16.000, di nuovi contenitori, ma se ne sono distribuiti soltanto 15.305. Insomma, circa settecento bidoncini, per il momento, non ci servivano. «Si ritiene - prosegue Trincanato - che la maggioranza delle utenze domestiche e non è stata dotata di contenitori per la raccolta rifiuti; questo in base all’analisi della banca dati della tariffa rifiuti, che comunque è in continuo aggiornamento».

Uomini e mezzi. Il parco mezzi della Seab non è stato modificato o aggiornato a seguito della nuova raccolta. «Sono solo stati sostituiti i soli mezzi obsoleti», chiarisce il municipio. Per la nuova raccolta si è però stati costretti ad assumere: un tecnico, due meccanici, due autisti e quattro caricatori. E si è ovviamente dovuto sostenere un costo aggiuntivo. In complesso si tratta di 362 mila euro all’anno. Ossia, un migliaio di euro al giorno. E non è finita, perché anche il personale che già era impegnato nella raccolta rifiuti, ora è costretto a lavorare in turni mattutini e serali, che costano di più all’azienda per via del lavoro considerato notturno, visto che finisce dopo mezzanotte e inizia prima delle sei. Risultato: «Il maggior costo per le turnazioni ammonta a 65.000 euro l’anno».

Vecchi bidoni. I vecchi contenitori stradali da 1.100 litri, in città erano circa 220. In parte sono stati riutilizzati, ossia destinati al fabbisogno delle utenze produttive di dimensioni maggiori, in parte sono stati venduti. «Quelli in condizioni peggiori sono stati rottamati». Per la precisione, dei vecchi contenitori stradali di grandi dimensioni 950 sono stati riutilizzati, 500 sono stati venduti ricavandoci settemila euro più Iva, i restanti sono stati rottamati. I 533 cassonetti da 2.400 litri sono stati invece venduti per un importo pari a 19.455 euro più Iva. L’assessore Trincanato aggiunge poi che la maggior parte dei contenitori stradali erano stati acquistati in diverse riprese a fine degli anni Novanta. «È di difficile calcolo stabilire il valore d’acquisto di contenitori comprati oltre tredici anni fa e che hanno terminato il loro ammortamento. Ad oggi un contenitore da 1.100 litri ha un prezzo di mercato che si aggira attorno a 165 euro, mentre un cassonetto da 2.400 litri ha un costo di circa 600 euro.

Niente nuovi mezzi. Per concludere, l’assessore ricorda: «Come precedentemente affermato, il parco compattatori di Seab non è stato modificato».

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