Il bilinguismo frena i primari: «Concorsi con deroga a 5 anni» 

Pochi candidati. La proposta di Reinhold Perkmann (Anpo): «Facciamo partecipare alle selezioni anche chi è  senza il patentino. Poi, nel caso in cui venisse prescelto, diamogli il tempo per imparare l’italiano o il tedesco»


Valeria Frangipane


Bolzano. Tutta Europa è in emergenza. Una volta il sistema era bloccato ma adesso tutt'attorno a noi cercano medici.

Capita in Italia ma anche in Austria, Germania, Svizzera...

L’ha ripetuto giovedì in conferenza stampa l’assessore alla sanità Thomas Widmann.

E in questi ultimi mesi si sta riducendo - in Alto Adige - il numero dei candidati che aspirano ai vari primariati.

Evidentemente stiamo diventando sempre meno interessanti e sempre meno attrattivi per chi arriva da fuori che alla fine preferisce restare a casa sua.

Reinhold Perkmann - primario di Chirurgia vascolare e toracica al San Maurizio, presidente dei primari Anpo - è pragmatico ed invita a pensare diversamente perchè non è detto che sia corretto ricalcare sempre la stessa strada senza tentare variazioni di percorso. «In generale posso dire che non c’è una grande corsa alla poltrona anche se, badate bene, non è detto che quel che arriva da fuori sia migliore di quel che c’è qui ma certo il problema va posto anche per cercare di selezionare professionisti di spicco». Il presidente Anpo lancia quindi una proposta: «Il limite del bilinguismo, “conditio sine qua non” per partecipare ai concorsi per i primariati, è un problema innegabile. Sia per chi arriva dal resto d’Italia che per chi arriva da Oltrebrennero. Se ne potrebbe uscire facendo partecipare alle selezioni anche chi è senza patentino dandogli però 5 anni di tempo, in caso in cui vincesse, per imparare la seconda lingua. Penso sia fattibile». Perkmann ricorda che esiste già la possibilità per l’Asl di scegliere primari senza patentino - ma solo per una quota ristretta di medici - con il meccanismo della “chiamata diretta” ma dice anche che questa soluzione - spesso contestata perchè evita il concorso - che ha funzionato molto bene per esempio per Oncologia e Otorinolariungoiatria - ha creato problemi in altri reparti dove professionisti di livello chiamati da fuori dopo breve tempo se ne sono andati per posti che hanno ritenuto essere di maggior prestigio. Tra gli altri si ricorda l’esperienza di Gastroenterologia, Laboratorio, Neurologia ecc. «Ecco per questo credo che bandire normali concorsi derogando al bilinguismo ma lasciando 5 anni di tempo al candidato senza patentino per ottenerlo... potrebbe essere una soluzione valida». Il presidente spiega anche che servirebbe - da parte dell’Asl e dei responsabili dell’ospedale - un maggior impegno per reclutare professionisti di livello: «Servirebbe più spirito di iniziativa, andrebbero forse contattati anche “cacciatori di teste”. E questo perchè non siamo solo in presenza di un sintomo ma di una malattia conclamata e per questo dico che non si può solo monitorare la situazione, bisogna mettere in campo con iniziative concrete». Altra questione, il problema della retribuzione. Chi viene da Oltrebrennero guadagna molto di più e - in genere - succede anche con chi arriva dal resto d’Italia dove la libera professione dentro e fuori l’ospedale è meglio articolata rispetto all’Alto Adige. «I soldi non sono tutto ma ho lavorato all’estero come aiuto dove guadagnavo di più che non oggi che sono primario qui. Ma è me interessava tornare nella mia terra. Non per tutti vale lo stesso discorso. Occorre trovare soluzioni per rendere l’Alto Adige anche più appetibile economicamente».













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